Così titola un recente articolo apparso sulle colonne del Fatto Quotidiano, Tajani: “Sì a nuove sanzioni per la Russia”. Provvedimenti per Israele? “Non ne abbiamo parlato”. In queste parole è perfettamente cristallizzata l’ipocrisia del cosiddetto Occidente, che da tempo propongo di ribattezzare come Uccidente liberal-atlantista.

Da un lato, l’Unione Europea continua a imporre sanzioni contro la Russia di Putin, al punto che ormai abbiamo perso il conto dei pacchetti adottati. È evidente: l’imperdonabile colpa della Russia, agli occhi dell’Uccidente liberal-atlantista, è quella di non voler piegarsi docilmente al nuovo ordine mondiale a stelle e strisce. Ordine del quale, ça va sans dire, l’Europa è ormai diventata una colonia (senza cuore e senza intelletto).

La Russia, invece, resiste e difende i propri confini, rifiutando la logica dell’anglobalizzazione coatta del pianeta. Non sfugga, peraltro, che le sanzioni contro la Russia rappresentano un caso unico nella storia: sono tra le poche misure punitive che sembrano danneggiare più il sanzionante che il sanzionato. L’Europa, sanzionando Putin, continua a colpirsi da sola (per cieco zelo ideologico o per la sciocca volontà di compiacere il padrone americano).

La guerra di Netanyahu

Dall’altro lato, però, lo stesso Uccidente si guarda bene dal prendere provvedimenti contro Israele. Eppure, sotto la guida del criminale di guerra Netanyahu, Israele sta conducendo un’operazione che ha tutti i tratti di un massacro genocidario ai danni del popolo palestinese. Il tutto con la complicità, vergognosa e codarda, della cosiddetta ‘comunità internazionale’, espressione ipocrita dietro cui si cela, come sempre, l’Uccidente stesso.

Tajani, come riportato nell’articolo, nemmeno accenna all’idea di sanzionare Israele. E come potrebbe? Israele, per definizione, può essere solo nel giusto. Le sue bombe (come quelle degli Stati Uniti) sono sempre ‘buone’, ‘intelligenti’, ‘democratiche’ e persino ‘pacifiste’. Le vittime civili provocate da Usraele (la fusione simbolica tra USA e Israele) sono sistematicamente derubricate a semplici ‘danni collaterali’. Le loro guerre sono presentate come ‘interventi umanitari’, combattuti ovviamente a fin di bene, nel nome dell’interesse superiore dell’intera umanità.

Serve davvero altro per cogliere fino in fondo l’ipocrisia su cui si regge oggi la narrazione dell’Occidente? Una civiltà che ha eretto il nulla a proprio orizzonte di senso, e che ha fatto della propaganda il suo unico strumento di legittimazione.

Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro