La domanda che molti si pongono è se i dazi imposti da Donald Trump saranno un disastro per gli Stati Uniti, in quanto la teoria economica nazionale e convenzionale prevede conseguenze catastrofiche quando si applicano dei dazi. Tuttavia, ad oggi, le previsioni di questo disastro economico per gli Stati Uniti non si intravedono affatto. Anzi, i dati sulla crescita del PIL, dell’inflazione, dei mercati azionari non mostrano ancora segnali evidenti di recessione. Quindi, appare troppo presto per poter dare dei giudizi, perché la maggior parte dei dazi non è in vigore da molto tempo.

Dazi-Trump, effetti inattesi e resistenza del sistema USA

Inoltre, i dazi potrebbero essere stati non abbastanza significativi da causare dei danni, generando anzi un effetto psicologico positivo, avendo causato meno danni del previsto. Inoltre, l’economia statunitense è relativamente chiusa, con importazioni che rappresentano una minima parte del PIL, e potrebbe essere quindi abbastanza resistente. Infine, gli economisti potrebbero avere trascurato le forze controbilancianti. Ossia, l’onere dei dazi potrebbe essere distribuito e ridistribuito tra gli esportatori stranieri, gli importatori, e i consumatori statunitensi. Insomma, le entrate federali, che sono il vero obiettivo di Trump, potrebbero davvero produrre dei guadagni per gli americani.

Una sfida al cuore del consenso occidentale

È ovvio che se l’economia statunitense dovesse prosperare, nonostante le politiche di Trump, si tratterebbe di un duro colpo per il consenso economico occidentale e per i modelli di previsione macroeconomiche, già duramente bersagliati durante il Covid e che hanno dimostrato tutta la loro fallacia. Tutto ciò rafforzerebbe le tesi di coloro che sostengono programmi di governo nazionalisti, statalisti e corporativi. Mettendo in discussione quindi i paradigmi fondamentali dell’economia occidentale degli ultimi 30-40 anni, e cioè la globalizzazione. Si sta verificando il fenomeno di cui vi parlo da mesi: il reshoring. Stiamo andando in direzione opposta a quella di 30-40 anni fa. E stanno andando in crisi le basi che hanno portato alla costruzione di quella gabbia di matti che si chiama Unione Europea