Il 13 luglio 2025 sarà ricordato per sempre come una delle date più significative nella storia dello sport italiano. Nella giornata di ieri, Jannik Sinner ha conquistato il titolo più prestigioso del tennis mondiale, il torneo di Wimbledon, superando in finale il numero 2 del mondo Carlos Alcaraz con i parziali di 4-6, 6-4, 6-4, 6-4. Una vittoria non solo pesante dal punto di vista sportivo, ma profondamente simbolica: Sinner è diventato il primo italiano di sempre a vincere i Championships, ponendo fine a un digiuno durato 135 anni e portando l’Italia al centro della mappa mondiale del tennis.

Ma il trionfo di Sinner non è stato solo la vittoria di un singolo. È la conferma definitiva di un fenomeno sportivo in continua ascesa: un atleta che, a soli 23 anni, ha già conquistato 4 titoli del Grande Slam, 20 titoli complessivi in carriera e — nonostante tre mesi di squalifica — è ancora saldamente numero 1 del ranking ATP con un vantaggio di oltre 3400 punti su Alcaraz. È il simbolo di un movimento che ha ritrovato slancio, visibilità e prestigio internazionale.

Il match di finale, così come l’intero torneo, è stato carico di emozioni, tensione e colpi di scena, ma anche di un altissimo livello tecnico e sportivo. Ed è proprio da questo livello che ha preso spunto il commento di Marco Meneschincheri, ex tennista e oggi autorevole analista per Supertennis, che in diretta su Radio Radio Mattino – Sport e News ha tracciato un ritratto lucido, appassionato e profondo non solo del campione, ma del momento storico che stiamo vivendo.

Wimbledon, Sinner: una partita da campione, una giornata storica

Per Meneschincheri, quella di ieri a Wimbledon è stata una partita pressoché perfetta da parte di Sinner: “Ha giocato un match esemplare, favorito anche dalla superficie che esalta le sue qualità”. Sull’erba londinese, il numero 1 del mondo ha espresso il meglio del suo tennis, mostrando solidità, lucidità tattica e una straordinaria capacità di adattamento, nonostante i tre mesi di squalifica che l’avevano tenuto lontano dai campi.

“Quello che sta facendo Jannik rimarrà nella storia. È tornato ancora più forte, mantenendo quella velocità di palla che ormai tutti conoscono”, ha aggiunto Meneschincheri, sottolineando anche come perfino Alcaraz, durante il match, si sia arreso all’evidenza: “Si è girato verso il suo angolo dicendo ‘non riesco a tenerlo da fondo campo’… questo ti fa capire la forza di Jannik”.

Professionalità e maturità fuori dal comune

Oltre all’aspetto tecnico, Meneschincheri ha voluto mettere l’accento sulla professionalità e maturità del giovane campione italiano: “Per i suoi 23 anni è molto più grande di quanto dica la carta d’identità. Prende decisioni forti, come escludere due membri del team prima di un torneo, e sempre con grande lucidità”.

Questa solidità mentale, unita al comportamento impeccabile dentro e fuori dal campo, secondo l’ex tennista, “ha cambiato il modo in cui l’Italia guarda al tennis. Finalmente abbiamo un atleta che è un esempio, un riferimento, un’icona sportiva e un modello di comportamento per i giovani.”

Una rivalità destinata a segnare un’epoca

Non poteva mancare un riferimento alla nuova grande rivalità del tennis moderno: quella tra Sinner e Alcaraz, eredi designati di Federer e Nadal. “Ieri, dopo la partita, facendo zapping mi sono imbattuto nella loro rivalità e poi ho visto le solite polemiche nel calcio… Il contrasto era netto: loro due stanno insegnando a tutti, soprattutto ai giovani, cosa vuol dire sport vero: grande lotta, grande rispetto.”

Secondo Meneschincheri, nei prossimi anni non ci saranno rivali all’altezza: “Non mi stupirei se per i prossimi 2-3 anni li vedessimo sempre in finale o semifinale. Stanno facendo quello che Nadal e Federer hanno fatto in passato. Djokovic stesso ha ammesso di non poter più competere con loro”.

L’assenza delle istituzioni: un’occasione mancata

Un tema delicato toccato in trasmissione è stato anche quello dell’assenza di rappresentanti istituzionali italiani a Wimbledon: “Mi è sembrato strano. C’era il Re di Spagna, oltre alla famiglia reale inglese… Insomma, una rappresentanza ufficiale importante. Noi no. E parliamo di un evento che non si verificava da 135 anni”.

Meneschincheri non ha voluto approfondire oltre, ma ha fatto chiaramente intendere che si è persa una grande occasione per valorizzare un momento storico per tutto il Paese: “La federazione c’era, il presidente Binaghi era presente, ma a livello istituzionale eravamo assenti. E questo è stato sorprendente”.

Wimbledon, grazie a Sinner il tennis italiano è all’apice

Con Sinner al vertice, il tennis italiano vive un’epoca d’oro: “Sinner è l’apice, ma non è solo. Abbiamo Paolini tra le prime 5 del mondo, Musetti, Cobolli nella top 20, Berrettini in ripresa. Il movimento è vivo, fortissimo, e tutto questo contagia anche gli altri sport.”

Secondo Meneschincheri, il successo di Jannik ha acceso l’interesse del pubblico in modo trasversale: “Il tennis è diventato un fenomeno popolare. I dati di ascolto saranno clamorosi: a Parigi la finale ha fatto più del quadruplo delle partite della Nazionale di calcio. E ieri, a occhio, uno su due stava guardando Sinner“.

In definitiva, l’alto-atesino non ha soltanto vinto Wimbledon. Ha dato vita a un momento che va oltre il tennis, che appartiene al patrimonio sportivo e culturale italiano. “È un giocatore che ha cambiato tutto: la percezione dello sport, l’immagine del tennis italiano, la voglia di emulazione nei ragazzi”, ha concluso l’ex tennista.