Sono stati arrestati due esponenti di CasaPound con l’accusa di aver violentato una donna di 36 anni lo scorso 12 Aprile in provincia di Viterbo. La polemica politica infuria dopo le parole di Bruno Astorre del PD che ritiene corresponsabile della vicenda il partito di estrema destra: «I vertici del governo, Salvini, Di Maio e la maggioranza mettano al bando un’organizzazione para fascista come Casapound che produce una cultura basata sulla violenza, la xenofobia e la sopraffazione».
Intanto Salvini chiede a gran voce l’approvazione della legge che prevede la castrazione chimica, mentre Di Maio si oppone a questo provvedimento. Ai microfoni di Radio Radio, durante Lavori in Corso è intervenuto Simone Di Stefano, segretario di Casapound Italia.

Simone Di Stefano: “Non possiamo tollerare zone d’ombra, mele marce, o persone in ombra di aver fatto cose del genere, abbiamo anche preteso le dimissioni da Consigliere Comunale, abbiamo cercato di fare quello che potevamo fare nell’immediato.

Giustissima l’idea non seguita da tutti di non generalizzare, ricordo quando a Roma fu preso lo stupratore seriale che stuprava le donne dentro ai garage, era responsabile della sezione Montagnola del PD, lì in quel caso nessuno fece generalizzazioni e chiese lo scioglimento del Partito Democratico, invece mi sembra che a sinistra si cerchi di cavalcare la solita generalizzazione nei confronti di CasaPuond che ormai è diventato argomento principe per far litigare Lega e Movimento 5 Stelle.

La castrazione chimica non ha molto senso, servirebbe al limite la galera e la castrazione chimica. Lo Stato deve trovare una soluzione punitiva ma nei limiti della civiltà“.