Tanti anni fa il grande Diego Armando Maradona provò a ribellarsi. Aveva capito come si muoveva la Fifa e cercò di combatterla, ma fu subito soffocato con un imbroglio, facendogli così pagare questo suo tentativo di rivolta. Noi non gli credemmo. Dicemmo tutti che esagerava e che lo faceva per interessi personali. Caro Diego, ti chiedo umilmente scusa per non averti appoggiato in questa tua battaglia. “Avevi visto quello che noi non riuscivamo ancora a vedere, bloccati da un deficit di coraggio che a te invece non è mai mancato“. Con queste parole Marco Tardelli si riferisce alle denunce di Maradona anche sulla scelta della Fifa di assegnare i Mondiali al Qatar.

Tardelli continua chiedendosi come mai i grandi campioni di oggi, come Ronaldo, come Messi, non si ribellino ad un Mondiale giocato in un Paese che non rispetta i più basilari diritti e non solo quelli dei lavoratori che, ricordiamo, sono morti a decine di migliaia per costruire quegli stadi senza tutele sul lavoro, senza potersi ribellare e totalmente in pugno al loro datore di lavoro. Secondo il vecchio sistema della Kafala, a quanto pare e mai realmente abolito. Il problema è che si vuole a tutti i costi equiparare Maradona e Messi. Io personalmente non entro nel merito calcistico del paragone, ma Messi è un calciatore, Maradona era un rivoluzionario, non possono mai essere paragonati. Maradona rifiutò dal potente e spietato Henry Kissinger un contratto da 100 milioni di dollari per diventare il volto di USA 94 che l’ex segretario di Stato americano stava organizzando.

E Maradona rifiutò pur di non prendere la doppia cittadinanza americana, in quanto la cittadinanza argentina non ha prezzo. Dichiarò lo scorso maggio. Invece Messi ha firmato un contratto per promuovere l’Arabia Saudita, che tra l’altro si candiderà per ospitare la Coppa del Mondo del 2030, probabilmente contendendo il posto anche alla stessa Argentina. Maradona rifiutò un’amichevole strapagata in Cina davanti al presidente cinese su proposta di Romano Prodi, e rifiutò perché si rese conto che c’era una motivazione politica dietro quella promessa fatta dall’ex presidente del Consiglio italiano al presidente cinese.

Messi ha alzato ieri sera la Coppa del Mondo, lasciando che l’emiro del Qatar, coprisse la maglia della nazionale argentina con una mantellina tradizionale, indumento dei Paesi del Golfo Persico tipicamente maschile che caratterizza gli uomini di spicco. Maradona non voleva essere riconosciuto come un personaggio di spicco, ma come un personaggio del popolo. Per questo a Napoli giocò una partita di beneficenza in un campetto fangoso di periferia, quindi rifiutò quella in Cina perché glielo aveva chiesto il potere e accettò quella nel fango ad Acerra perché glielo aveva chiesto il popolo.

Messi ha fatto esattamente il contrario ha accettato uno sponsor anche al costo di andare contro gli interessi della sua nazione ed ha accettato di annacquare i colori della sua nazione durante una premiazione in mondovisione, pur di tutelare gli interessi dell’emiro e di Infantino della Fifa, che intanto è diventato cittadino qatariota.