Dybala ko. Il volto cupo della Joya ha gettato nello sconforto il mondo Roma. Il popolo giallorosso ha esultato per il rigore trasformato dall’argentino contro il Lecce, ma poco dopo ha assistito al dramma sportivo del fantasista ex Juventus.
Il problema muscolare accusato immediatamente dal giocatore non ha lasciato alternative a Mourinho. Il pianto di Paulo seduto in panchina è l’emblema di una sfortuna che lo perseguita ormai da anni. Dybala infatti non è nuovo a questa tipologia di problematiche. Nelle stagioni vissute in bianconero si era spesso fermato per infortuni simili.
Il club capitolino ha deciso di attendere qualche ora in più prima di svolgere gli esami strumentali di rito. Il sudamericano verrà quindi sottoposto a ecografia e risonanza magnetica. Da lì si tireranno le somme circa le tempistiche per il ritorno in campo. A rischio anche il prossimo Mondiale che si disputerà tra circa un mese in Qatar.
L’intervento live del Dott. De Carli, Medico della Nazionale italiana e Ortopedico dell’Ospedale Sant’Andrea
“Una parte delle lesioni muscolari avvengono successivamente ad una situazione di sovraccarico. Molto probabilmente però questo non è il caso di Dybala perché durante la pausa delle nazionali non mi pare abbia fatto chissà quali sforzi. Ci sono variabili che dipendono anche dal soggetto. Noi sappiamo che ci sono persone muscolarmente più fragili. Magari c’è un giocatore che farà una carriera di 20-25 anni senza mai avere una lesione muscolare, e c’è un altro che invece è soggetto a questa tipologia di problemi. Nell’episodio specifico del rigore contro il Lecce probabilmente lui ha eseguito il gesto tecnico non con la consueta scioltezza perché sapeva di avere davanti un portiere che aveva respinto tanti rigori nelle ultime partite. Potrebbe essere subentrata anche un dettaglio psicologico nella mancata decontrazione al momento del tiro. Dybala ha capito subito l’infortunio mettendo in discussione le settimane successive e anche l’appuntamento del Mondiale con l’Argentina“.
L’importanza degli esami strumentali
“Per accertare l’eventuale lesione sarà indispensabile fare un esame strumentale. Bisogna anche dire che gli atleti escono un po’ dai protocolli standard. L’ideale per un trauma muscolare di solito è aspettare, per una ecografia, le 48 successive all’evento. E’ pur vero che oggi tante società professionistiche prediligono oltre all’ecografia anche una risonanza magnetica. L’edema non è per forza sinonimo di una
lesione. La lesione muscolare passa da quella di primo grado a quella di terzo grado. Una interruzione dei fasci di sostegno è la premessa fondamentale di una possibile lesione. Per parlare di ciò si deve vedere proprio l’interruzione dei fasci. Trovo corretto il discorso di attendere un attimino per fare gli esami. Quello che non mi piace è l’espressione del calciatore dopo il penalty“.
La personalizzazione della preparazione atletica può scongiurare brutte sorprese
“Negli ultimi 10 anni c’è stata una rivoluzione nel mondo del calcio. Tanto di cappello alla capacità dei preparatori che si cimentano in questo terreno. Gli atleti sono super monitorizzati, quindi ormai si parla di carico interno. Negli anni ottanta il portiere faceva più o meno lo stesso allenamento del terzino di fascia o del centravanti. L’orientamento attuale è di arrivare ad una importante personalizzazione della preparazione fisica. In tal modo ad esempio tante lesioni muscolari sarebbero evitabili. Il sovraccarico muscolo-tendineo è il grande nemico di oggi. Rimane il fatto però che la lesione è un fatto spesso imprevedibile. Occorre mettere in dialogo i vari settori, da quello medico a quello dei preparatori atletici, tramite grandi database“.










