Una politica basata su “sangue e mer**”, citando l’ex ministro Rino Formica in una delle sue affermazioni più celebri. Una definizione sempreverde, nonostante risalga a un periodo storico che il nostro Paese ha già archiviato sotto l’effigie della Prima repubblica. Il metodo della bagarre tra personaggi dediti alla gestione della cosa pubblica risulta ancora il prediletto: prova ne è la campagna elettorale (prossima alla partenza) per le Amministrative che si terranno nell’autunno 2021.

Per qualcuno addirittura la macchina del fango era in azione ancora prima della discesa in campo ufficiale. Il riferimento va al candidato sindaco Enrico Michetti, scelto dal centrodestra per provare a ergersi al di sopra di Virginia Raggi, Roberto Gualtieri e Carlo Calenda. L’avvocato amministrativista ha dovuto fare i conti con un “vecchio metodo”, come ha giudicato lui stesso in diretta con Fabio Duranti e Francesco Vergovich. Diversa l’interpretazione di Michetti su ciò che la politica deve e non deve fare: “Parliamo solo dei rimedi, togliamo tutta quella parte che dileggia la persona, che uccide il decoro, la reputazione, che cerca di infangare, che cerca di farti inciampare, tutti gli interessi sottesi che ci sono. Cerchiamo di metterci a disposizione della città e vediamo quello che succede”.

Ecco l’intervento del Prof. Michetti a Un Giorno Speciale.

“Devo dire con grande sincerità che i problemi sono meno importanti di quanto sembrino: più li vedi da vicino e più sono risolvibili. Questo è il grande dramma della città. Più vai avanti e più non comprendi perché ci sia una totale assenza di visione, una totale assenza di pianificazione, una totale assenza di progettazione. La città si potrebbe riaccendere in un attimo.

Manca la visione, cioè dove vuoi portare la città. Io posso pensare di implementare il turismo, me lo do come obiettivo. E poi devo avere la competenza sufficiente per realizzare il progetto che ho in testa. Ma se tu non hai neanche in testa l’idea che Roma debba implementare il turismo…

Tu devi avere la visione, perché è su quello che tu devi far innamorare i dipendenti, dandogli una prospettiva. Dobbiamo valorizzare il capitale umano, rivitalizzare le qualità che sono al suo interno.

Roma deve tornare a essere una città moderna, funzionale, però si muove tutto parallelamente.

L’amore per la città ti fa creare il sogno. Il progetto nasce dall’amore che tu hai per la città, per cui quando vedi un problema ti viene una spinta dentro emotiva. Però parliamo solo dei rimedi, togliamo tutta quella parte che dileggia la persona, che uccide il decoro, la reputazione, che cerca di infangare, che cerca di farti inciampare, tutti gli interessi sottesi che ci sono. Cerchiamo di metterci a disposizione della città e vediamo quello che succede”.