Tumore e Covid: malattie a confronto. Se la prima può essere considerata la peste del ventesimo secolo, la seconda (anche se palesatasi da troppo poco tempo) ambisce al titolo di peste del ventunesimo secolo. Entrambe comunque hanno in comune il drammatico elemento delle terapie negate per la loro cura.

Sulla lotta al tumore c’è già la storia che insegna. Il caso Di Bella con i continui tentativi di discredito, culminati nella famosa sperimentazione andata male, è ancora alla ricerca di una verità ufficiale.

Sul fronte delle cure negate contro il Covid sembra di rivivere lo stesso copione. Alcune delle terapie domiciliari messe al bando per mesi interi, altre non ancora approvate dai protocolli del Ministero della Salute.

Un destino medesimo per entrambe, forse anche un futuro ancora tutto da scrivere. La linea di congiunzione potrebbe essere marcata da un medico, il dottor Giuseppe Di Bella, che ha di recente scoperto “un’affinità veramente notevole tra immunità anti-infettiva (non parliamo solo di Covid) e immunità antitumorale”. Lo ha rivelato in diretta dal suo studio di Bologna, ai microfoni di Ilario Di Giovambattista e in collegamento con Francesco Vergovich.

Ecco l’intervento del Dott. Giuseppe Di Bella a “Un giorno speciale”.

“La base di questa nostra comunicazione è richiamare l’attenzione e chiedere collaborazione. E’ un tipo di ricerca indipendente, che ha dei risultati documentati. Sono documentati sia dalle pubblicazioni, sono in corso delle verifiche su ampie statistiche di dati. Abbiamo 530 tumori alla prostata e oltre un migliaio di tumori alla mammella.
Parliamo di fatti documentati. Di queste cure applicate che hanno dato questi risultati c’è la documentazione nelle banche dati della validità scientifica, della razionalità, della logicità di ogni singola componente di queste terapie. Non è che parliamo di fantasia o di stregonerie, come ha detto qualche illustre personaggio politico che è il padrino di qualche ministro in carica. Sono dati di fatto incontestabili.

Il 5×1000 è stato prezioso perché ci ha consentito di fare una ricerca indipendente da condizionamenti di ordine finanziario o di ordine politico-istituzionale. Ci sono già pubblicati parecchi casi: 16 casi di tumore alla prostata che vanno bene senza interventi, chemio o radio, altrettanti della mammella e 55 linfomi. Questa statistica è sul punto di espandersi all’ordine delle centinaia di casi.

Un dato di un’evidenza impressionante che sta emergendo è l’affinità veramente notevole tra immunità anti-infettiva (non parliamo solo di Covid) e immunità anti-tumorale. Hanno degli aspetti in comune, delle integrazioni formidabili. Dei tanti pazienti oncologici in cura non abbiamo perso nessuno per Covid. Perché quello che si chiama modulo fisso della terapia, retinoidi, vitamina E, vitamina D, sono una potenza a livello immunitario. Da quando c’è il Covid li abbiamo integrati con lisozima e la lattoferrina che abbiamo utilizzato anche per i tumori. Il loro effetto sull’immunità è documentato, verificabile da tutti sulle banche dati”.