Nella notte tra il 9 e il 10 settembre, la Polonia ha vissuto ore di alta tensione dopo che diversi droni russi hanno violato lo spazio aereo nazionale durante un’ondata di attacchi contro l’Ucraina. Le autorità polacche hanno reagito chiudendo temporaneamente l’aeroporto Chopin di Varsavia e attivando lo stato di massima allerta per le difese aeree. Il Comando operativo delle Forze armate ha disposto l’immediato decollo di caccia polacchi e NATO, mentre le unità radar e antiaeree sono entrate in azione per contrastare la minaccia. Il premier Donald Tusk ha confermato che “i militari hanno utilizzato armi contro gli obiettivi identificati come droni” e ha convocato una riunione d’urgenza del governo per valutare la situazione.

Polonia, Droni russi colpiscono casa al confine, nessun ferito

Uno dei droni è riuscito a raggiungere la cittadina di Wyryki Wola, nella regione orientale di Lublino, colpendo un’abitazione civile. Secondo quanto riferito da Polsat News, l’esplosione ha danneggiato il tetto e l’area parcheggio, ma non si registrano feriti. “La popolazione ha sentito l’esplosione e ha visto i caccia volare sopra le proprie case”, ha dichiarato il sindaco Mariusz Zanko, parlando di una situazione “difficile e preoccupante”. L’esercito ha successivamente invitato i cittadini a non toccare eventuali detriti trovati al suolo, poiché potrebbero contenere materiali pericolosi e devono essere ispezionati dai reparti specializzati.

Operazione conclusa, ma la tensione resta alta

In mattinata, le forze armate polacche hanno annunciato la conclusione dell’operazione congiunta con la NATO, ringraziando in particolare l’Olanda per il supporto con i caccia F-35. I sistemi di difesa e ricognizione sono tornati alla piena operatività, ma proseguono le ricerche per localizzare i resti degli oggetti abbattuti. Nel frattempo, da Kiev arriva un chiaro messaggio politico: “Putin continuerà a provocare finché non riceverà una risposta forte”, ha dichiarato il consigliere presidenziale Andriï Sybiga. La Polonia, nel frattempo, rafforza la sorveglianza dei propri cieli e si prepara a fronteggiare eventuali nuove minacce provenienti dall’Est.