New York, 11 settembre – Ventiquattro anni dopo quella mattina limpida trasformata in tragedia, l’11 settembre continua a essere una ferita aperta nella memoria collettiva non solo degli Stati Uniti, ma del mondo intero.

Alle 8:46 del mattino del 2001, il volo American Airlines 11 si schiantava contro la Torre Nord del World Trade Center. Diciassette minuti dopo, il volo United Airlines 175 colpiva la Torre Sud. Le immagini dei due grattacieli che crollano tra fumo, polvere e panico hanno fatto il giro del mondo, imprimendosi come simbolo di un attacco senza precedenti.

La commemorazione

Oggi, a Ground Zero, famiglie delle vittime, sopravvissuti, soccorritori e autorità si sono riuniti per la tradizionale cerimonia di commemorazione. Come ogni anno, i nomi delle 2.977 vittime sono stati letti ad alta voce in un momento di profondo silenzio e riflessione. Sei momenti di pausa hanno scandito l’evento, ciascuno a ricordare i momenti esatti degli impatti e dei crolli delle Torri, oltre all’attacco al Pentagono e allo schianto del volo 93 in Pennsylvania.

“Non dimenticheremo mai. Non smetteremo mai di raccontare. Perché la memoria è la nostra forma di resistenza” ha detto il sindaco di New York durante il suo discorso.

In un mondo che continua ad affrontare nuove sfide (dal terrorismo alla guerra, dalle crisi umanitarie alle pandemie) l’11 settembre resta un punto di svolta. Ha segnato l’inizio di una nuova era geopolitica, ha cambiato per sempre la percezione della sicurezza e ha lasciato cicatrici ancora visibili.

Ma nonostante il tempo trascorso, ciò che rimane è la straordinaria resilienza dimostrata nei giorni e negli anni successivi. La solidarietà, il coraggio dei primi soccorritori, la forza delle famiglie che hanno perso tutto e hanno deciso di ricostruire: questo è l’altro volto dell’11 settembre. In mezzo alle nuove torri che ora svettano nel cielo di Manhattan, il Memoriale e il Museo dell’11 settembre continuano a essere un luogo di raccoglimento e insegnamento. Perché il ricordo, oggi più che mai, è una responsabilità condivisa.