Mascherine con marchio falso, e dunque pericolose, venivano indossate quotidianamente in Italia nel 2020.
La commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid ha reso pubblici risultati che parlano di uno scandalo di vasta portata riguardante l’acquisto e la distribuzione di mascherine contraffatte durante la prima fase della pandemia. Le indagini hanno evidenziato come milioni di mascherine, importate dalla Cina su richiesta della struttura commissariale gestita da Domenico Arcuri e sotto il governo Conte, presentavano un marchio CE falso, non erano idonee e potenzialmente pericolose per la salute pubblica.
È emerso, inoltre, che il costo di tali mascherine era circa tre volte superiore al prezzo di mercato del periodo, e che le autorità, pur avendo consapevolezza dell’inidoneità e della contraffazione dei dispositivi, non hanno fermato le importazioni né adottato provvedimenti efficaci per tutelare cittadini e personale sanitario. Un resoconto che è stato reso pubblico in questa conferenza stampa fornita da Agenzia Vista dai componenti di Fratelli d’Italia, Lucio Malan, Alice Buonguerrieri e Galeazzo Bignami.
Quest’ultimo ha sottolineato come “La reticenza e le pressioni perché questa Commissione continui a non operare sono del tutto coerenti con l’ostruzionismo che venne dispiegato quando, in fase istitutiva della Commissione, benché votata da una legge del Parlamento, le forze di opposizione si fossero per lungo tempo rifiutate di indicare i componenti, proprio per impedire che partisse la Commissione. Ma è accaduto, nella storia repubblicana, che la non-designazione venisse utilizzata con fini ostruzionistici”.
Un ostruzionismo che è continuato, “perché leggere stamattina che il sottosegretario della Presidenza Riccardo Fraccaro, sottosegretario di allora, candidamente dica: ‘è vero quello che è stato detto in commissione d’inchiesta, ovvero che io venni informato del fatto che c’erano delle mascherine pericolose, immesse nel circuito sanitario degli ospedali, degli infermieri, dei medici; è vero che quelle mascherine poi si sono rivelate effettivamente false nella loro certificazione e dannose per la salute, è vero che io fu informato da un funzionario dell’Agenzia delle Dogane che, non 10, non 20, ma 800 milioni di mascherine pagate 1 miliardo e 250 milioni di euro, fossero pericolose e che fossero in procinto di essere immesse sul sistema sanitario nazionale’; molte delle quali vennero immesse, circa 300.000 se non ricordo male, salvo poi essere requisite dalla Procura… e che questa persona venga oggi a dire che non ha ritenuto di dire niente perché c’era un’indagine in corso, beh io francamente, che sono stato al governo, se vengo a sapere che c’è una denuncia su un ponte pericolante e che è stato presentato un esposto, non aspetto di vedere se la magistratura interviene per sequestrarlo. Chiedo direttamente un intervento perché venga verificato se quel ponte pericolante può causare un danno pubblico”.










