Un’immagine con un bersaglio in fronte. Una frase che sembra un invito a colpire. È la denuncia che Mario Giordano ha lanciato durante la sua trasmissione, mostrando un contenuto inquietante circolato sui social. E noi, di seguito, lo commentiamo in diretta.
“C’è un bollino, un centro, proprio qui, sulla mia fronte”, ha detto.
“E sotto, una frase: ‘Bisognerebbe mettere a fuoco’’ Cosa vuol dire, se non: sparatemi in testa?”.
Giordano ha scelto di non fare nomi, per evitare di dare visibilità all’autore, ma ha aggiunto: “Semmai lo farò in tribunale”.
Il gesto non è solo grave. È un segnale allarmante del livello di violenza verbale e visiva raggiunto nel dibattito pubblico. L’immagine diffusa – con un bersaglio sulla fronte di un giornalista – evoca pericolose suggestioni che non possono essere banalizzate come satira o critica politica. Giordano sembra intenzionato ad andare fino in fondo. Il caso potrebbe presto approdare in tribunale.
Perché questa storia riguarda tutti
Non è solo una questione personale. È una questione di principio:
chi fa informazione ha il diritto di essere criticato, non minacciato.
E le piattaforme hanno il dovere di intervenire quando l’odio supera ogni limite.
Oggi è toccato a Mario Giordano. Ma il bersaglio, domani, potrebbe essere su chiunque di noi.










