È esplosa in modo repentino e virulento in Italia un’ondata irresistibile di indignazione. Il motivo? Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stato inserito dal Cremlino nella lunga lista dei cosiddetti russofobi. Proprio così: secondo la Russia di Putin, Mattarella rientra tra i molteplici “odiatori” della Federazione.

Liste di proscrizione o forza delle idee?

Personalmente, e non ne faccio mistero, non ho alcuna simpatia per le liste di proscrizione, di ogni ordine e grado.
Alla proscrizione preferisco infatti la confutazione socratica. Anziché mettere la “X” su chi sostiene posizioni diverse dalle nostre, ritengo decisamente più utile confutarlo socraticamente mediante la forza docile delle idee.

Ipocrisia e memoria corta

Mi siano consentite soltanto due considerazioni telegrafiche. La prima: quale ipocrisia da parte dell’Italia? Se, come è stato fatto, si definisce la Russia di Putin l’analogo del Terzo Reich di Hitler, perché stupirsi se la Russia risponde in maniera egualmente ostile?
Dovrebbe essere noto universalmente: a ogni gesto offensivo che compiamo ne può corrispondere uno uguale e contrario. O forse si vuole ammettere che l’Italia può offendere a suo piacimento e a sua discrezione la Russia, e che quest’ultima non abbia diritto di replicare, anche duramente, alle offese ricevute?

Le parole hanno un peso

Sarebbe buona cosa essere sempre consapevoli del peso delle parole che si usano, per poi essere sempre pronti alle conseguenze che ne derivano, anziché agitarsi scompostamente quando l’insultato risponde alle offese ricevute. La seconda considerazione che intendo svolgere si riassume, in fondo, in una domanda. Quelli che adesso, Giorgia Meloni in primis, tanto si indignano per le liste di proscrizione ai danni dei russofobi, dove erano quando, sulle prime pagine dei quotidiani italiani, comparivano le liste di proscrizione con i nomi dei fantomatici putiniani d’Italia?

Una sovranità capovolta

Forse quelle liste di proscrizione andavano bene? Erano degne di essere accettate, magari anche con entusiasmo? La verità, non detta perché non dicibile, è che l’ipocrisia regna sovrana in Italia, ed è anzi l’unica realtà oggi sovrana nel nostro Paese integralmente desovranizzato. Si tratta di una pagina francamente ridicola della storia più recente, per le ragioni che abbiamo già detto.
Insomma, l’Italia ha offeso pesantemente la Russia e ora si stupisce ipocritamente del fatto che la Russia duramente risponda alle offese ricevute.