L’accordo europeo con Donald Trump, firmato da Ursula von der Leyen, accetta i dazi al 15% su gran parte dei prodotti. Ma non solo dazi: i provvedimenti sull’energia sono pesanti.
Dazi al 15% per l’Unione Europea: alla fine la meglio l’ha avuta Donald Trump. In Scozia, Ursula von der Leyen nell’incontro col presidente USA non ha sganciato il tanto promesso “bazooka” europeo, ma ha anzi celebrato l’accordo. Lo ha fatto specialmente in merito alla seconda concessione a The Donald. L’Europa dovrebbe acquistare dagli Stati Uniti prodotti energetici per un valore di circa 750 miliardi di dollari nei prossimi tre anni. “Sostituiremo il gas e il petrolio russi – spiega la presidente della Commissione europea – con acquisti significativi di Gnl e combustibili nucleari statunitensi“. Una resa che ha scatenato le reazioni negative di chi Ursula l’ha sostenuta fino alla recente mozione di sfiducia. Positivo invece il commento della premier Meloni: “Considero positivo che ci sia un accordo ma se non vedo i dettagli non sono in grado di giudicare nel meglio”.
Un’occasione per l’Europa?
“E’ chiaro che essendo tasse – commenta Martina Pastorelli in diretta a Un Giorno Speciale – non sono una cosa buona per noi. Ma Trump è stato eletto per far questo. La nostra critica sull’Unione Europea parta dall’interno, perché in un contesto di libero mercato l’esterno fa l’esterno: ciascuno fa i propri interessi. Noi no, a quanto pare. Noi ci suicidiamo in quanto Unione Europea e poi ce la prendiamo con chi non ci tiene in vita. Allora, io vedo questa come un’occasione, in realtà, positiva per l’Europa, perché è il momento, davanti ai dazi che ci impone Trump e ai quali, come abbiamo visto, non possiamo in nessun modo dire di no, è arrivato forse il momento di togliere quei balzelli che asfissiano le nostre imprese e che sono il nostro vero grande problema”.










