Durante un recente summit internazionale denominato “Health and Prosperity trough Immunisation”, Ursula von der Leyen è stata annunciata sul palco come “Sua Eccellenza”. Un dettaglio cerimoniale? Forse. Ma il tono reverenziale non è passato inosservato. Ai microfoni di Un Giorno Speciale, il costituzionalista Carlo Iannello e Fabio Duranti hanno offerto una lettura più profonda: non è solo forma, è inquietante sostanza politica.

La politica si fa liturgia

L’appellativo rivolto alla presidente della Commissione europea ha scatenato più di un’ironia. “Sua eccellenza Ursula von der Leyen”, ripete Duranti con tono sferzante. Poi il commento di Iannello, secco: “Mi sembrava di assistere a un programma di Crozza”. Il riferimento al comico non è casuale: “Oggi i comici sono gli unici in grado di restituire una chiave interpretativa del reale”. In un’Europa che tende ad autorappresentarsi come potere sacro, la satira diventa uno degli ultimi strumenti critici.

Il culto della figura pubblica

Iannello non usa mezzi termini: “Sembra che ci sia una religione”. La presentazione di von der Leyen – tra applausi e titoli da dignitario ecclesiastico – secondo il professore richiama un culto della personalità sempre più visibile: “È un innalzamento a religione”, sottolinea, “una ritualizzazione del potere che cancella ogni distanza democratica”. Non è solo questione di protocollo: è una forma di comunicazione che costruisce autorità e legittimità al di fuori del confronto.

Dal potere al dogma

Il rischio? Una trasformazione simbolica del potere democratico in forma dogmatica. “Quando si entra in questo registro, non si può più discutere”, avverte Iannello. “C’è la dinamica dell’amico-nemico: o stai con me o sei contro di me”. E questo vale su tutto: dalla guerra in Ucraina ai concerti sinfonici. L’espressione pubblica si piega al clima emergenziale, e ogni dissenso viene bollato come sospetto. “Se vuoi il concerto, sei un amico di Putin”, ironizza il professore, evidenziando l’assurdo a cui può portare la logica binaria.

Una cultura politica che dimentica le sue radici

Contrario alla logica sociale, contrario a quello che abbiamo imparato dai nostri padri”, denuncia Duranti, che legge l’episodio come un segno della decadenza culturale europea. “La grande cultura mediterranea viene cancellata da questi nuovi riti del potere”. In questa regressione simbolica, l’Europa rinuncia ai suoi tratti umanistici per adottare forme comunicative verticali, acritiche, da palcoscenico. “Onorevole? Sua Eccellenza? Totò avrebbe risposto con la trombetta in bocca”, conclude Iannello, restituendo con sarcasmo una lezione di democrazia.