Negli ultimi decenni la pressione delle grandi élite politiche e soprattutto finanziarie è aumentata, fino a sfociare, in molti casi in un vero e proprio controllo. Il panorama dell’informazione, ad oggi, risulta essere tutt’altro che libero e indipendente. La funzione di controllo che tradizionalmente era valore fondante dell’informazione, oggi in molti casi è del tutto svanita. Questa situazione appare ancor più grave quando temi come un possibile conflitto nucleare, vengono trattati alla stessa stregua. Negli ultimi mesi infatti, dalla maggior parte dei media mainstream si ravvisa lo stesso atteggiamento, quello di mero megafono dei messaggi di chi detiene il potere. L’analisi sul tema è di Martina Pastorelli: “Questo non è un problema che tocca soltanto il mondo dell’informazione. Il mondo dell’informazione è funzionale a qualcos’altro, è come se avesse perso la sua vera natura. Adesso si parla di neoliberalismo che ha liquidato perfino il liberalismo economico classico, e noi abbiamo assistito ad un aumento dello spazio e del potere attribuito alle forze del mercato, che hanno finito per coincidere con gli interessi particolarissimi di alcune persone.

Sappiamo che i mezzi di comunicazione sono nelle mani di questi grandi gruppi finanziari, che hanno partecipazioni ramificate e incrociate, sappiamo che purtroppo la stessa politica è nelle mani di questi gruppi. Dire mercato forse è anche troppo generale, perché implica che ci sia una specie di condivisione collettiva, invece qui parliamo di élite sempre più ristrette. Guardiamo agli ultimi conflitti mondiali, alle guerre in atto, è difficilissimo raccapezzarsi, perché i media non fanno il lavoro che dovrebbero fare. Se trovano delle contraddizioni, delle illogicità, non vanno a chiedere, a porre domande, a fare analisi. Si fanno andare bene la qualunque.

Sta vincendo proprio la volontà di potenza, contro ogni forma di rispetto razionale del diritto internazionale. Il diritto internazionale serve a poter garantire di fare quello che si vuole. Viene meno proprio la logica occidentale, il principio di non contraddizione, per cui una cosa non può essere questa e il suo opposto: ‘Non entro in guerra, poi entro in guerra, voglio la pace, però devo fare la guerra, bombardo, poi non bombardo.’ Si ripete che bisogna intervenire perché hanno il nucleare, nel momento stesso in cui le prove mostrano che non è così. Quello che viene detto è svuotato di contenuto, perché è solamente l’interesse di chi usa quelle parole e di altri che stanno dietro. Il ruolo colpevole dei media è quello di fare la cassa di risonanza di tutto questo, senza assolutamente porre nessuna riflessione critica”.