Dopo l’uscita di scena di Spalletti, la FIGC ha sondato Claudio Ranieri per la panchina azzurra. Il tecnico romano ha rifiutato dopo ore di incertezze, anche sul suo doppio ruolo che lo avrebbe diviso tra Roma e Nazionale in caso di una sua risposta affermativa, aprendo un acceso dibattito mediatico e una frattura nel giudizio pubblico. Secondo la Gazzetta dello Sport, dopo un’iniziale apertura, Ranieri avrebbe rifiutato l’incarico tramite SMS recapitato direttamente al presidente della FIGC Gabriele Gravina: “Non me la sento”.
Ferrajolo accusa: “Vogliono farlo passare per traditore”
Per Luigi Ferrajolo, il rifiuto di Claudio Ranieri alla proposta della FIGC non è solo una notizia sportiva, ma il pretesto per una “manovra sporca” da parte di alcune testate giornalistiche. “È in atto un’operazione per far passare Ranieri come un traditore”, ha dichiarato ai microfoni di Radio Radio Lo Sport, respingendo con forza l’idea che il tecnico romano abbia voltato le spalle alla Nazionale. Ferrajolo parla di una narrazione costruita per assolvere la Federazione, scaricando tutte le responsabilità su Ranieri: “La FIGC viene dipinta come vittima, e lui come traditore. Ma chi ha sbagliato non è Ranieri: è la Federazione”.
“Una proposta folle a un uomo di 73 anni”
Ferrajolo non si limita alla critica mediatica, ma punta il dito contro le istituzioni calcistiche. “Andare a chiedere a un uomo di 73 anni, che aveva già detto di non voler più allenare, di fare due lavori contemporaneamente è semplicemente folle”, ha detto, riferendosi all’ipotesi che Ranieri potesse affiancare all’incarico di CT anche il ruolo di consulente della Roma. Per Ferrajolo, il tecnico ha solo difeso la propria coerenza, rinunciando a un incarico gravoso e logisticamente impossibile, e ha tutto il diritto di prendersi del tempo per valutare una proposta simile: “Rinunciare alla Nazionale non è come bersi un bicchiere d’acqua”.
Agresti: “Ranieri doveva dirlo subito”
A contestare questa visione è stato Stefano Agresti, che ha messo in dubbio la linearità della scelta di Ranieri. “Aveva già annunciato il ritiro più volte, ma aveva lasciato aperta l’opzione della Nazionale. Quindi è normale che la FIGC l’abbia contattato”, ha osservato Agresti, aggiungendo che “schierarsi con Ranieri è facile, ma a volte anche un po’ demagogico”. Secondo il vicedirettore della Gazzetta, il tecnico avrebbe potuto rifiutare con maggiore chiarezza e tempismo, senza alimentare ambiguità. “Nelle scelte ci sono anche i comportamenti”, ha sottolineato, “e se davvero non voleva allenare, poteva semplicemente dirlo subito”.
Una Federazione nel caos
Al netto delle polemiche, la vicenda evidenzia ancora una volta l’approssimazione con cui la FIGC ha gestito l’intero caso. Ferrajolo è netto: “Hanno esonerato Spalletti senza avere un piano. E hanno cercato una soluzione complicata, senza criterio”. Il no di Ranieri — tecnico stimato, coerente e con una chiara visione del suo presente — non è stato il vero problema, ma l’ennesimo sintomo di una Federazione in confusione, senza direzione e senza credibilità. La Nazionale, nel frattempo, resta senza guida. E nel silenzio delle istituzioni, a parlare è solo il rumore della polemica.