Dichiarazioni a sorpresa che riguardano Novak Djokovic, il grande campione del tennis internazionale, e le sue ultime scelte di carriera.
Novak Djokovic non si arrende. A maggio scorso ha compiuto 38 anni ma il grande campione serbo non sente ancora il peso dell’età. Come pochi grandi eletti del mondo del tennis, Nole ha la forza, la resistenza e soprattutto le motivazioni dalla propria parte, qualità che gli stanno allungando la carriera.

Gli ultimi risultati ottenuti nel circuito ATP confermano tutta la forza fisica e tecnica di Djokovic. Il classe ’87, dopo alcune delusioni individuali di inizio anno, si è portato a casa i Ginevra Open, raggiungendo quota 100 tornei ufficiali vinti in carriera. Poi ha giocato un grande Roland Garros, fermandosi soltanto in semifinale contro l’attuale numero 1 al mondo Jannik Sinner.
Ora la testa è fissa in direzione Wimbledon, altro torneo del Grande Slam che Djokovic non vuole e non più assolutamente snobbare. Il 2025 intanto si può definire un anno di grandi cambiamenti per il serbo, visto che ha scelto a sorpresa nel mese scorso di rivoluzionare ancora una volta il suo staff tecnico personale.
Andy Murray torna sulla separazione dallo staff di Djokovic: “Non so se mi è piaciuto allenarlo…”
A novembre scorso, con grande sorpresa di tutti gli appassionati, Novak Djokovic aveva affidato ad un suo ex rivale e amico la gestione tecnica nel proprio team. Vale a dire Andy Murray, altro grande campione della scorsa generazione, ritiratosi proprio l’anno scorso.

Lo scozzese è stato nominato nuovo head coach di Djokovic, ma tale collaborazione è durata davvero poco. A maggio infatti i due hanno annunciato la loro separazione, con Novak che sui social ha voluto ringraziare Murray per il periodo trascorso assieme nel team. Ma restano perplessità su questo divorzio lampo.
Lo steso Murray, ad un evento sportivo a Glasgow, è tornato a parlare del suo periodo da coach per Djokovic: “Abbiamo parlato al telefono e mi ha chiesto se avrei preso in considerazione l’idea di allenarlo, cosa che non mi aspettavo. E’ stata un’opportunità davvero unica. Mi piaceva molto stare a casa, ma ho pensato di provarci e vedere se mi sarebbe piaciuto. Non sono sicuro che mi sia piaciuto” .
Dubbi dunque per Murray riguardo a questa esperienza, in una vesta diversa da giocatore di tennis. Le sue parole vanno interpretate, visto che lo scozzese non ha chiarito bene se le sue perplessità riguardino il rapporto con Djokovic o semplicemente il ruolo di coach in generale, preferendo magari restare in disparte in questa fase della sua vita.
Sono diversi i grandi giocatori del passato che si sono reinventati come allenatori di tennis dopo il ritiro. Da Boris Becker a Marian Vajda (proprio ex coach di Djokovic), passando per Ivan Lendl e Juan Carlos Ferrero. Un passaggio che forse Murray non sente ancora propriamente suo.