“È caduta la scusa del Marchese del Grillo” ▷ Bagnai commenta la sentenza che imbarazza Ursula

La Corte di giustizia dell’Unione Europea ha emesso una sentenza che potrebbe segnare un punto di svolta nella gestione della trasparenza istituzionale europea. Ora è ufficiale: la Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen non ha garantito un accesso adeguato ai contratti relativi all’acquisto dei vaccini anti-Covid-19 stipulati nel 2020 e 2021. La decisione arriva a pochi giorni dalla rielezione della presidente della Commissione, gettando un’ulteriore ombra sulla sua leadership.

Il caso “Pfizergate”: accesso negato ai contratti

Il New York Times aveva fatto causa alla Commissione Europea per ottenere l’accesso ai messaggi di testo scambiati tra la presidente Ursula von der Leyen e il CEO di Pfizer, Albert Bourla, durante le trattative per l’acquisto di vaccini. La Corte ora ha dato ragione al New York Times, annullando la decisione della Commissione di non divulgare tali messaggi, ritenendo insufficiente la giustificazione fornita dall’esecutivo europeo. Il Tribunale ha ritenuto che la Commissione non abbia fornito spiegazioni sufficienti per giustificare tali omissis, in particolare riguardo alle clausole di indennizzo e alle dichiarazioni di assenza di conflitto di interessi dei membri della squadra negoziale. Secondo i giudici, la Commissione non ha dimostrato che un accesso più ampio avrebbe arrecato pregiudizio agli interessi commerciali delle aziende coinvolte.

La risposta della Commissione

La Corte ha sottolineato che il produttore è responsabile del danno causato da un difetto del suo prodotto e che tale responsabilità non può essere limitata da clausole contrattuali. Tuttavia, nulla vieta che un terzo possa rimborsare gli importi pagati a titolo di risarcimento da un produttore a causa della difettosità del prodotto. Le clausole relative agli indennizzi erano state integrate nei contratti per compensare i rischi per le imprese farmaceutiche legati all’abbreviazione del termine di messa a punto dei vaccini, una decisione avallata dagli Stati membri e di dominio pubblico.

In risposta alla sentenza, la Commissione Europea ha dichiarato di aver cercato un equilibrio tra il diritto del pubblico all’informazione e gli obblighi giuridici derivanti dai contratti sui vaccini anti-Covid-19, che avrebbero potuto comportare richieste di risarcimento danni a spese dei contribuenti. L’esecutivo Ue ha rivendicato il rispetto dei principi di apertura e trasparenza e ha annunciato che esaminerà attentamente la sentenza, riservandosi le proprie opzioni legali.

“La scusa del Marchese Del Grillo”

“Questa mostruosa entità sovranazionale burocratica tiranna applica sempre l’urgenza di misure”, commenta il deputato della Lega e membro della Commissione Covid Alberto Bagnai, “apparentemente quello che vi dico non c’entra molto, ma in realtà se ci pensate c’entra: parliamo delle regole di bilancio. Oggi la Germania sostanzialmente dice ‘a me non si applicano e quindi io investirò in armi, sforando i famosi parametri del 3% del debito PIL’. Perché? Perché io so io.

Cioè è insomma il Marchese del Grillo che, se si applica sulle regole fiscali, velocemente si potrebbe applicare anche sulle regole di trasparenza. Dopodiché sta un pochino ai difensori dell’Europa a porsi delle domande, perché noi, che lì funzionassero così le cose, lo stiamo dicendo da 12 anni, 13 anni, 14 anni, quindi non siamo molto sorpresi e oggettivamente questa cosa è inquietante, anche perché naturalmente le scelte che sono state fatte hanno inciso pesantemente sulla vita di tutti”.

Ascoltate nel video l’intervento di Alberto Bagnai da Stefano Molinari.