“La sanità è diventata il “bancomat” di ogni manovra economica“. Una frase breve ma drammatica, esemplificativa di una situazione da anni in peggioramento nel nostro paese. In diretta su “Un giorno speciale”, Fabio Duranti ha intervistato sull’argomento l’infettivologo Pietro Luigi Garavelli.
Una sanità al collasso
Pietro, da anni ti batti per una sanità pubblica, efficiente e accessibile a tutti. Eppure oggi la situazione sembra disastrosa: mancano medici e infermieri, le strutture cadono a pezzi e mancano persino fondi per strumenti diagnostici adeguati. Cosa sta succedendo?
“Sta succedendo ciò che accade ormai da vent’anni: la sanità è diventata il “bancomat” di ogni manovra economica. Ogni anno, progressivamente, la quota del PIL destinata alla sanità si è ridotta. Oggi siamo al 6%, praticamente la metà rispetto a quanto investono Francia e Germania.
Senza risorse, la strumentazione diventa obsoleta, gli ospedali si deteriorano e non si riesce a rimpiazzare il personale che va in pensione, né a garantire stipendi dignitosi. È anche per questo che molti medici decidono di andare all’estero. È tutto qui, purtroppo“.
Ma togliere fondi alla sanità non significa mettere i cittadini in una situazione di pericolo, soprattutto in caso di emergenze o gravi problemi di salute?
“Hai perfettamente ragione. I sindacati medici e infermieristici denunciano la situazione da almeno il 2010, anno della legge Balduzzi che ha tagliato drasticamente i posti letto ospedalieri. Ma i partiti politici, sia di destra che di sinistra, hanno ignorato questi allarmi. E sai perché? Perché i cittadini non si sono accorti di nulla.
Finché la popolazione non percepisce il problema, la politica va avanti indisturbata. Ora, però, la situazione è diventata insostenibile. Prima o poi, i cittadini apriranno gli occhi. E avranno uno strumento potente: il voto.
In un sistema politico bloccato come il nostro, l’unico modo per reagire è proprio quello. Non a caso, oggi il partito di maggioranza in Italia è l’astensionismo“.
Il malcontento dei cittadini e la trasformazione del medico
Tu vivi da una vita negli ospedali. Non percepisci un crescente malcontento tra i cittadini? Non pensi che questa crisi sia legata anche alla formazione medica attuale? Oggi si parla molto di protocolli e farmaci, ma poco di comprensione del paziente. Il medico sembra essere diventato un semplice esecutore, non più un professionista che guida e decide...
“Sì, è vero, ma il discorso è più articolato. Finora il sistema ha retto solo grazie allo spirito di sacrificio di medici e infermieri. Ma ora il sottofinanziamento è talmente grave da colpire anche chi ha sacrificato una vita per il servizio pubblico.
I cittadini inizieranno ad accorgersi del crollo della sanità in modo drammatico. Purtroppo, non nutro molta fiducia nell’italiano medio: durante la pandemia, ad esempio, non ha dimostrato grande coraggio.
La verità sulla gestione della pandemia è ormai nota a livello internazionale. La Commissione d’inchiesta italiana procede lentamente, e viene quasi da chiedersi quale utilità possa avere, visto che all’estero tutto è già stato ampiamente documentato. A dicembre scorso, ad esempio, la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha pubblicato un rapporto di oltre 200 pagine che fa piena luce sui fatti. L’Italia cosa sta aspettando?“
Sanità pubblica – La formazione medica oggi
Parliamo della formazione dei futuri medici. Oggi si ha l’impressione che il sistema universitario italiano stia illudendo migliaia di famiglie con riforme che sembrano più populiste che efficaci. È davvero così?
“Sì, purtroppo. È in corso una riforma che fa intravedere a tante famiglie la possibilità di vedere i propri figli diventare medici, ma è un’illusione.
In pratica, invece di selezionare gli studenti con un test d’ingresso prima dell’immatricolazione, si sposta la selezione a sei mesi dopo. Questo dà l’idea che tutti possano avere accesso, ma in realtà i numeri dei medici formati non cambiano.
Risultato? Si mostrano sei mesi di medicina per poi mandar via otto studenti su nove. Prima il problema era chiaro, adesso si illudono le famiglie“.
ASCOLTA L’INTERVISTA INTEGRALE SU “UN GIORNO SPECIALE” – CON FABIO DURANTI E FRANCESCO VERGOVICH











