Con un video di meno di un minuto pubblicato sulla piattaforma X, il Segretario alla Salute degli Stati Uniti, Robert F. Kennedy Jr., ha annunciato una svolta storica nella politica vaccinale americana: il vaccino contro il Covid-19 non sarà più raccomandato dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) per bambini sani e donne in gravidanza. La decisione, resa pubblica il 27 maggio, segna una netta inversione rispetto alle linee guida adottate finora e ha immediatamente attirato l’attenzione di media, professionisti sanitari e cittadini su tutto il territorio nazionale.
Nel video diffuso sui social, Kennedy ha dichiarato: “A partire da oggi, il vaccino Covid per i bambini sani e le donne in gravidanza è stato rimosso dal calendario vaccinale raccomandato dai CDC”. Al suo fianco, il commissario della Food and Drug Administration (FDA), Marty Makary, e il direttore del National Institutes of Health (NIH), Jay Bhattacharya, entrambi favorevoli alla scelta. Kennedy ha motivato la decisione come una misura di “buon senso e buona scienza”, sottolineando la volontà di rivedere le raccomandazioni alla luce della situazione attuale della pandemia.
La rimozione del vaccino dal calendario raccomandato non equivale a un divieto, ma rappresenta una modifica sostanziale nelle indicazioni ufficiali: le assicurazioni sanitarie potrebbero non essere più obbligate a coprire il costo della vaccinazione per queste categorie, e la protezione legale per i produttori potrebbe cambiare.
Torna però la discrezionalità individuale e la libera scelta che prima era preclusa. Un cambiamento che l’on. Claudio Borghi aveva auspicato anche in Italia dopo aver tentato di abolire la legge Lorenzin, che obbliga a diversi vaccini in età infantile pena la preclusione del servizio scolastico.
Queste le sue parole a Lavori in Corso.
Fuoco amico
“Noi avevamo, e abbiamo tuttora, uno dei partner di maggioranza, Forza Italia, che invece era fautore degli obblighi. Ecco, lo dico chiaramente, perché altrimenti si cominciano a fare giri di parole: mi sembrava oggettivamente molto strano che proprio il partito delle libertà fosse quello a sostenere gli obblighi. Uno dice: ma com’è possibile che il partito delle libertà diventi improvvisamente il partito degli obblighi? Però teniamo presente che questa cosa del Covid ha evidentemente colpito la mente di tanti. E va bene.
Io non giudico le scelte degli altri, ma sicuramente, all’epoca in cui abbiamo fatto l’accordo di maggioranza, uno dei punti chiave era lo stop all’obbligo vaccinale e all’acquiescenza verso quel tipo di approccio. E almeno in quel caso lì posso dire che quella linea è stata mantenuta. Io, da parte mia, mi ero accontentato – diciamo così – di aver portato a casa quell’obiettivo. Per questo motivo, poi, sulle raccomandazioni non sono più andato a indagare troppo.
So che nel mondo la situazione è andata avanti in modo disomogeneo: ci sono Paesi che raccomandano ancora, altri no. Gli Stati Uniti, ad esempio, erano tra quelli che continuavano a raccomandare”.
“C’è un’ossessione sui bambini”
“Per quanto riguarda i bambini – e non solo, anche i dodicenni, tredicenni, quattordicenni, quindicenni – lo si diceva anche allora: statisticamente non correvano alcun rischio. Io ero uno di quelli che lo gridava in Parlamento. Lo dicevo: “Ragazzi, stiamo attenti con i bambini, questa è una cosa assurda”. Da una parte non c’è alcun tipo di rischio reale, dall’altra c’è un’incertezza, un ignoto. Perché non possiamo sapere quali effetti avversi potrebbero emergere a lungo termine.
Soprattutto poi su persone che hanno un’aspettativa di vita lunga: tra 70 o 80 anni, quali effetti avranno queste decisioni? Mentre, se il vaccino lo fai a un ottantenne, magari eventuali effetti a medio-lungo termine nemmeno si manifesteranno, purtroppo. È una questione logica.
Faccio un esempio: supponiamo che un bicchiere di grappa faccia bene per una certa patologia. Ma se il bambino non è esposto a quel rischio, che senso ha darglielo comunque, tanto per? E poi vediamo se gli rimane almeno solo un problema al fegato”.
Rimpianto Lorenzin
“Voglio ricordare un episodio. Io intervenivo in Parlamento dicendo: “Signori, ragioniamo: che stiamo facendo con i bambini?”. E poi prendeva la parola Siani, deputato del Partito Democratico, che praticamente mi dava dell’assassino. Diceva: “Sono morti due bambini dall’inizio della pandemia”. Sì, ma erano bambini malati di leucemia. Avevano patologie gravissime.
Il punto è che il discorso sul rapporto rischio-beneficio è stato ignorato completamente. Ed è antiscientifico ignorarlo, su questo non ci piove. È incredibile.
Mi pare che ci sia chi, con i bambini, abbia davvero un’ossessione. La storia dei vaccini ha dato sfogo a questa passione. E se devo essere sincero, una cosa che ancora mi pesa è non essere riuscito, in Parlamento, a trovare il consenso sufficiente per cancellare la legge Lorenzin, perché quello è l’ultimo vero obbligo che resta per i bambini. E per me è un’assurdità. Siamo gli unici in Europa – insieme alla Francia, e forse una delle repubbliche baltiche, la Lituania – ad avere ancora un obbligo così alto di vaccini per i bambini”.
Nel video l’intervista integrale di Stefano Molinari.