Lanciato il 29 aprile dal razzo Vega C, frutto della tecnologia italiana, il satellite Biomass dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) si prepara a rivoluzionare il monitoraggio delle foreste tropicali. Grazie a un radar innovativo, il satellite sarà in grado di misurare l’altezza, la struttura e la densità delle foreste con una precisione finora inedita.
Una missione per il clima e la biodiversità
“Biomass è una missione scientifica di nuova generazione, nata per studiare il ruolo delle foreste tropicali nell’assorbimento del carbonio e nei cicli del carbonio, essenziali per il nostro clima e per la nostra salute”, ha dichiarato Simonetta Cheli, direttrice dei programmi di Osservazione della Terra dell’ESA, ai microfoni di Astrea. Il progetto, che ha richiesto nove anni di lavoro e il coinvolgimento di oltre 700 esperti da più di 20 Paesi, è pensato per affrontare una delle sfide più pressanti dell’umanità: il cambiamento climatico. “Oggi perdiamo circa 100 chilometri quadrati di foresta tropicale al giorno”, ha sottolineato Cheli, evidenziando l’urgenza di azioni concrete.
Un radar che penetra il cuore verde della Terra
Il cuore tecnologico di Biomass è un sofisticato radar ad apertura sintetica in banda P, mai impiegato prima nello spazio. “È una tecnologia innovativa, con una frequenza molto bassa che consente di osservare la foresta in profondità, dal canopy fino alle radici”, ha spiegato Cheli. “Siamo in grado di ottenere una sorta di radiografia tridimensionale delle foreste tropicali”, ha aggiunto, “e questo ci permette di distinguere il contributo all’assorbimento di CO₂ di foglie, tronchi e radici: rispettivamente 1%, 75% e 24%”. Un livello di dettaglio che offre nuove prospettive per la comprensione della salute delle foreste e dei loro cambiamenti nel tempo.
Dati globali, accessibili e strategici
La missione, della durata iniziale di cinque anni, prevede una prima fase tomografica di 18 mesi e poi una raccolta sistematica dei dati ogni tre giorni. “Biomass non osserverà solo: collaborerà con oltre 100 stazioni di terra in 60 Paesi per validare i dati satellitari”, ha spiegato Cheli. I risultati contribuiranno direttamente agli indicatori sulle variabili climatiche delle Convenzioni delle Nazioni Unite. “Per i cittadini, Biomass rappresenta un patrimonio informativo essenziale per capire l’evoluzione del nostro pianeta e per supportare scelte politiche ambientali sostenibili”, ha affermato.
L’Italia protagonista dello spazio sostenibile
L’Italia gioca un ruolo di primo piano nella missione, con un contributo dell’11% al progetto. “Il nostro Paese partecipa sia a livello industriale, con aziende che hanno sviluppato sottosistemi del satellite, sia scientifico”, ha ricordato Cheli. Biomass si inserisce nel più ampio programma europeo di osservazione della Terra, il più avanzato al mondo: “Oggi l’ESA ha 16 satelliti operativi e altri 40 in fase di preparazione, in collaborazione con partner internazionali come Stati Uniti e Giappone. Siamo all’avanguardia per quantità, qualità e continuità dei dati”. Un primato tecnologico che si traduce in uno strumento chiave per costruire resilienza ambientale e affrontare, con consapevolezza, le sfide del futuro.