Ancora si discute della penalità inflitta a Max Verstappen durante l’ultimo gran premio di Formula 1 corso sulla pista di Gedda. La Red Bull è su tutte le furie.
Domenica scorsa, nel giorno di Pasqua, si è corso il Gran Premio dell’Arabia Saudita di Formula 1. Una delle piste più moderne del circuito ha visto il trionfo un po’ a sorpresa di Oscar Piastri, che ha confermato di fatto la qualità eccelsa della monoposto McLaren, già vincitrice del titolo costruttori lo scorso anno.

Il secondo posto finale è andato a Max Verstappen mentre a completare il podio finalmente la Ferrari di Charles Leclerc. Un verdetto che però non soddisfa affatto il campione in carica olandese e soprattutto il suo team. La Red Bull infatti avrebbe seriamente pensato di presentare ricorso al termine del suddetto GP.
La tensione è scaturita dalla penalità di cinque secondi inflitta a Verstappen, che si sarebbe reso colpevole di aver tagliato la prima chicane, poco dopo il via della gara. La FIA, severissima con il pilota olandese, ha deciso di sanzionarlo, inficiando automaticamente sul risultato finale. Poco convinti della delibera, gli uomini della Red Bull hanno cominciato a preparare le prove necessarie per il ricorso.
La Red Bull non ci sta: si valuta il ricorso per i 5 secondi di penalità a Verstappen
Dopo il fatto dunque la Red Bull ha seriamente ipotizzato di azionare il Right of Review, ovvero il complesso meccanismo che consente ai team di Formula 1 di chiedere la revisione su una penalità inflitta, sperando di far ricredere i commissari e sovvertire la decisione stessa.

Spunta anche un retroscena, messo in luce dal giornalista Erik Van Haren sulle pagine del quotidiano olandese De Telegraaf. A suo dire Verstappen, giustamente deluso dopo il secondo posto in Arabia Saudita dovuto alla sua penalità, sarebbe stato intimato dal presidente FIA Mohammed Ben Sulayem di non parlare pubblicamente della sanzione. Al contrario il team principal Christian Horner si sarebbe procurato degli screenshot per contestare la suddetta penalità, provando a dimostrare come il taglio della chicane non fosse così irregolare.
Una volta raccolte queste possibili prove fotografiche, ottenute dalle telecamere on board della RB21 di Verstappen, il team Red Bull ha studiato per bene la strategia da mettere in atto. In particolare sperando in un ricorso che avrebbe messo in stand-by il risultato finale di Gedda, almeno fino al prossimo GP del 4 maggio a Miami.
Alla fine Horner ed i suoi collaboratori hanno scelto di non affidarsi alla revisione dei commissari, una pratica che avrebbe avuto pochissime chance di riuscita secondo le previsioni ed i precedenti. Dunque il podio finale del GP d’Arabia Saudita resterà intatto, nonostante la scuderia anglo-austriaca continui ad essere molto delusa dalle decisioni dei piani alti.