Berlino, le elezioni federali tedesche segnano una svolta significativa nel panorama politico della Germania. Domenica 23 febbraio l’Unione Cristiano-Democratica (CDU), con leader Friedrich Merz, ha ottenuto la maggioranza relativa con il 28,6% dei voti rispetto al 20,8% di Alternativa per la Germania (AfD), il partito di estrema destra che, tuttavia, risulta in avanzamento rispetto al passato quasi raddoppiando i suoi consensi ponendosi come seconda forza politica del Paese.
Il Partito Socialdemocratico (SPD) ha ottenuto il 15% dei voti, subendo un significativo arretramento. Sulla stessa lunghezza d’onda troviamo i Verdi che si bloccano al 13%.
A fronte di ciò l’AfD si classifica appunto come secondo partito ma, nonostante i risultati, Merz ha più volte ribadito di non voler alleanze con quest’ultimo. In un’intervista rilasciata post elezioni ha dichiarato di volere una ‘Große Koalition’ riferendosi probabilmente alla concreta possibilità di creare una grande coalizione con il ramo bavarese del primo partito (CSU) e i Socialdemocratici (SPD), ottenendo così la maggioranza assoluta in Parlamento ottenendo 316 seggi e/o più (necessari su 630).
Di seguito i risultati ufficiali del nuovo assetto politico del Bundestag (fonte: bundeswahlleiterin.de):

La formazione del nuovo Governo è prevista entro la fine di aprile, la stessa sarà cruciale per determinare la direzione futura della Germania nel quadro delle politiche internazionali, ad oggi fonte di reale incertezza dopo la vittoria di Donald Trump e dalla conseguente e attuale esclusione dell’UE dalle principali risoluzioni geopolitiche (basti pensare alle trattative di pace per l’Ucraina). Il quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung titola sulla questione: ‘È una situazione inaccettabile, quasi pericolosa’.