PNRR: si parla di inclusività nelle scuole ma nella pratica si va nella direzione opposta

Oggi parliamo di PNRR, ma non come lo abbiamo fatto più volte in questa radio, ma raccontando un episodio specifico che riguarda un progetto scolastico legato al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Si parla infatti sempre più spesso di inclusività nell’offerta dei servizi di istruzione nelle scuole, ma troppo spesso nella pratica si va nella direzione diametralmente opposta, come il caso che andremo a raccontare.

Quindi arriviamo al caso specifico su segnalazione di alcuni genitori dell’istituto comprensivo Raffaele Viviani di Napoli, che hanno aderito al progetto ‘YES WE STEM’ afferente al PNRR edizione 2023-2024.
Cosa è accaduto? È accaduto che dapprima gli insegnanti hanno coinvolto tutti i bambini della scuola primaria, parliamo di bambini di circa 6 anni, nelle fasi preliminari del progetto, suscitando ovviamente grande entusiasmo nella descrizione di tutte le attività che i piccoli avrebbero svolto insieme e di tutte le conoscenze che avrebbero acquisito. Sulla leva di quell’entusiasmo e di quel coinvolgimento hanno raccolto le adesioni di tutta la classe, salvo poi far sapere che il numero previsto per ciascun modulo era di massimo 15 bambini che sarebbero stati estratti a sorte mentre i non sorteggiati sarebbero stati esclusi dal progetto.

Ora, esclusi dal progetto vuol dire dover raccontare ad un bambino di 6 anni che va a scuola emozionato e convinto di dover partecipare ad un progetto con gli amichetti, che a un certo punto, a fine lezione, verrà chiamato ad alzarsi e ad abbandonare l’aula, perché escluso da quel progetto. I genitori che mi hanno scritto hanno precisato che dell’intero gruppo solo due o tre bambini sono stati esclusi mediante sorteggio. A quei bambini sarà stato quindi comunicato che dovevano abbandonare l’aula ad inizio progetto.

Ora, immaginate che cosa scatta nella mente di quei bambini che non volevano abbandonare l’aula e sono stati costretti a farlo, che volevano partecipare a quella attività ma che hanno dovuto abbandonarla. Questo evidentemente chi concepisce quei progetti del PNRR non se lo chiede neppure, perché qui entriamo nella logica di certe istituzioni europee che ragionano solo in termini di numeri. Quindi il bambino non è un bambino con le sue sensibilità, con i suoi desideri, con il suo entusiasmo, ma è un numero.

E se il sorteggio dice che quel bambino è il numero 16 ed il progetto è per 15, quel bambino va escluso, senza se e senza ma.
Questa perversa logica, che oggi abbiamo analizzato in un caso molto specifico, è però quella che contraddistingue il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nella sua totalità. I progetti finanziati infatti non tengono conto di una serie di fattori specifici delle diverse regioni europee e chiedono in cambio delle condizionalità agli Stati che ne fanno richiesta, che spesso sono assurde ed inaccettabili, almeno quanto assurdo e inaccettabile sia stato per una mamma andare a prelevare suo figlio piangente da scuola perché con un sorteggio era stato escluso dal progetto con i compagni.

Io spero che questo caso emblematico e specifico possa davvero rendere l’idea.

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