Speranza e il modo giusto di criticare ▷ “Gli odiatori stanno distruggendo la causa dei danneggiati”

La forma è sostanza. Lo è soprattutto nel momento in cui chi scrive e pubblica non si fa remore a generalizzare su un episodio, gettando veleno su categorie di persone o interi gruppi.
E’ sostanza perché se ci si focalizza sull’insulto, e non sulla critica, si perde di vista la tutela di chi, dalla vicenda del Covid e dei vaccini, ci ha rimesso la salute o perfino la pelle. E quando questo accade si sprecano i titoli sui principali organi di stampa: “No Vax contro Speranza”, “Speranza nel mirino dei No Vax” e quant’altro.
In modo che quei titoli, quella carta, faccia da velo steso su un’intera categoria – quella sì- di danneggiati dagli effetti collaterali di cui nessuno, nemmeno chi pensa di criticare, si cura realmente.

La difesa dell’ex Ministro al tribunale dei Ministri, valsa l’archiviazione del caso, si è incentrata su pochi punti fermi, uno più contraddittorio dell’altro: da una parte la difficoltà di amministrare in quel periodo, spinti dalla “velocità della scienza”, dall’altro l’aver “eseguito ordini”, che però dall’EMA erano ben altri su come informare la popolazione circa gli effetti avversi.
E’ su questo che ora occorre focalizzarsi; non per insultare, ma per proteggere quello chi è rimasto, oltre la verità.
L’editoriale di Fabio Duranti a ‘Un Giorno Speciale’ | 17 aprile