Tra censure e Minculpop, l’esempio di Modena ▷ “Hanno tolto la sala per un convegno su Mariupol”

Inizia l’anno e si ricomincia a parlare di fascismo. In varie salse stavolta, visti i saluti romani di Acca Larenzia.
Ma quel che spunta è anche la parola “Minculpop”. La polemica si è infatti sollevata su una proposta del deputato FdI Mollicone, che a La Repubblica ha parlato di “notizie certificate”. Un tema che ora la sinistra condanna, quello della lotta alla disinformazione.
Parte il paragone col fascismo e col Ministero della cultura popolare, e la libertà di stampa diventa argomento di sinistra.
Nel frattempo però, fuori dai casi di tendenza nazionale, a Modena viene revocata una sala concessa per parlare di Ucraina e Russia, ma nel modo meno “tradizionale”. “A Modena il Minculpop è attivo già da tempo” – racconta Daniele Giovanardi intervistato da Francesco Borgonovo.

“Era stata affittata una sala comunale, ovviamente per una conferenza in cui si parla della tragica situazione della guerra, specialmente per quello che riguarda Ucraina e Russia: le varie soluzioni, una soluzione per esempio nel ritirare fuori gli accordi di Minsk.
Hanno messo un veto preventivo perché non venivano gli avversari politici a spiegarsi con i relatori, a confrontarsi in modo democratico.
Il ragionamento era: o voi la pensate come noi sull’Ucraina e sulla Russia, oppure non vi diamo la sala perché in una sala pubblica non si possono avere idee da quelle del Comune di Modena”.

L’intervento integrale a Punto & Accapo.