L’instabilità nel Medio Oriente può aumentare la tensione sui prezzi dell’energia: l’allarme lanciato da ABI

Il presidente dell’Associazione Bancaria Italiana, l’onorevole Antonio Patuelli, ha recentemente evidenziato come i recenti eventi nel Medio Oriente abbiano il potere di influenzare le decisioni economiche e finanziarie, sia a livello europeo che a livello nazionale, come leggiamo dal Sole 24 Ore. E l’instabilità nella regione Mediorientale può aumentare la tensione sui prezzi dell’energia e generare ulteriore incertezza nei mercati finanziari. Patuelli ha sottolineato l’importanza di un impegno europeo per favorire la crescita economica, e ha richiamato l’attenzione sulla necessità di mettere un limite al debito pubblico in cifra assoluta, tenendo conto dei crescenti italiani.

Inoltre il presidente dell’ABI ha sottolineato la rilevanza, a suo parere, delle privatizzazioni e l’adeguamento delle regole per le garanzie alle imprese. Poi c’è stata una discussione anche sull’euro digitale, che è stata menzionata come una risposta europea alle criptovalute.
Con un occhio rivolto alla legalità nei pagamenti e all’importanza dell’equilibrio tra l’innovazione nei pagamenti digitali e la stabilità finanziaria. Il suo auspicio sarebbe quello di un approccio collaborativo tra la Banca Centrale Europea e gli operatori dei pagamenti, e riflette la necessità di adattare il sistema finanziario alle sfide emergenti.

In sintesi, il presidente dell’Abi offre un quadro delle principali sfide economiche e finanziarie che l’Italia e l’Europa devono affrontare. Peccato, mi duole sottolinearlo, che Unione Europea e crescita economica sono un ossimoro.
Nella stessa frase non c’entrano assolutamente nulla.

La realtà è che continuiamo sempre ad avere fiducia negli stessi organismi, la Commissione Europea, la Banca Centrale Europea, che da ormai vent’anni ci tengono sotto scacco. Che da ormai vent’anni fanno figli e figliastri, come per esempio la Germania rispetto all’Italia.
Che da ormai vent’anni trascurano le necessità delle piccole e delle medie, nonché microimprese italiane che sono quelle che producono il reddito. Per cui in questo mondo di finanza per la finanza è chiaro che i sistemi bancari cercano di tutelare se stessi ed è chiaro che hanno un approccio conservativo nei confronti delle regole.
Io penso invece che in questo momento serverebbe un approccio diametralmente opposto, cioè un approccio di rottura con quella tradizione culturale, politica e normativa che da vent’anni ci tiene in una gabbia.

Malvezzi Quotidiani – L’economia umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi