Inondazioni, la scusa del riscaldamento globale non regge: si trascurano “dettagli” sotto gli occhi di tutti

Oggi tutti i giornali sono pieni delle fotografie spaventose di queste tragiche esondazioni dei tanti fiumi che hanno invaso le città dell’Emilia Romagna e delle Marche. Esondazioni che hanno causato quasi una decina di morti, vari dispersi e feriti, danni di miliardi e miliardi.
Un disastro di proporzioni enormi, purtroppo, soprattutto nelle zone del Ravennate, nell’area della Romagna.
Questo è il bilancio della situazione. Purtroppo anche qui bisogna guardare ed analizzare una situazione evidente che è sotto gli occhi di tutti, ovvero il discorso delle ricostruzioni. Spesso accade che si dia immediatamente la colpa, politicamente parlando sotto al grido di “Governo ladro!”. Evitiamo invece di farlo e cominciamo ad osservare alcune cose.

Ci sono alcune zone, l’abbiamo già detto in passato, in cui sono necessarie ordinariamente opere di manutenzione o di cambiamento.
Opere che bisognava fare e bisognerà fare adesso, purtroppo col fatto che è troppo tardi.
Erano stati stanziati fondi in alcune zone. Ebbene queste operazioni non sono state fatte.
Oggi l’articolo di Carlo Cambi su La Verità chiama qualche responsabilità di Elly Schlein.
Ovviamente lungi da me dire che è colpa sua: chiaramente no.

Schlein aveva la delega: avrebbe dovuto occuparsi e seguire per la Regione Emilia Romagna anche questa questione della messa in sicurezza di tutti gli argini e dei fiumi. Ovviamente non è colpa di Elly Schlein.
Però non dobbiamo neanche cavarcela dicendo: “Sì ma il riscaldamento globale“, perché questa è una scusa.
Una scusa troppo comoda. Sarà sicuramente che “il riscaldamento globale cambia la concentrazione delle piogge”, per carità.
Dopodiché però in questa regione, come diceva qualcuno, esistono gli argini proprio perché i fiumi sono soliti travalicarli, di inondazioni ne abbiamo avute parecchie nel corso degli anni. Allora però bisogna riuscire a mettere in sicurezza le zone, no?
Quelle zone dove poi regolarmente, ogni tanto, ogni 10 anni esattamente, bisogna fare qualcosa.

10 anni, ovvero, più o meno, il periodo di tempo che ha detto il capo dei geologi dell’Emilia Romagna qualche tempo fa, dicendo che ogni 10 anni abbiamo dei fenomeni di questo tipo con delle esondazioni, e che serve una manutenzione particolarmente complicata.
E’ inaccettabile vedere scene di questo genere quando tutti i giorni stiamo a parlare del clima, dell’acqua pubblica, e di questo e di quell’altro, della manutenzione della natura. Invece poi ecco i risultati.
Quello che possiamo fare noi è contribuire a un qualche piccolo cambiamento.
Magari al fatto che si spendano i soldi quando è il momento, e che si stia attenti.
Infatti fortunatamente in alcune zone, ad esempio a Senigallia, la precedente inondazione era stata in parte contenuta proprio perché alcuni lavori, grazie al cielo, erano stati fatti.