L’inchiesta di Bergamo ha avuto il merito di far tornare il tema della sanità e della gestione della pandemia, come uno dei principali argomenti trattati dai media. La situazione negli ospedali purtroppo continua a essere problematica. Alcune norme vigenti in periodo pandemico sono ancora attive e stanno creando ulteriori problemi a chi ha bisogno di cure o agli accompagnatori. Una di queste norme è quella del tampone obbligatorio per accedere negli ospedali se si vuole usufruire delle cure. Il governo al momento non sembra prendere una linea precisa ed ha affidato le decisioni all’autorità sanitaria che può disporre arbitrariamente. Per fare il punto della situazione sugli ospedali abbiamo intervistato Raffaele Varvara, Presidente del Comitato “Di Sana e Robusta Costituzione“: “Siamo da tempo impegnati con l’operazione “Riapriamo le porte” per garantire e ripristinare il buon senso e l’umanizzazione delle cure dopo questi 2 anni terribili. Siamo attivi per rimuovere quelle restrizioni ancora in vigore sulle visite dei parenti all’interno di ospedali. Il Green Pass è decaduto prima della scadenza naturale del primo gennaio. Adesso c’è un ulteriore problema che è il tampone, che viene purtroppo ancora richiesto a tappeto su tutti. Noi denunciamo l’ospedale duro‘, come il carcere duro’ ecco la tendenza è garantire precauzioni massime, quindi tramite tampone che però poi danno vita a dei quadri di assistenza disumani, che appunto sono quelli che denunciamo. Il cortocircuito che si rileva è che da parte del legislatore c’è la volontà di aggiornare un po’ l’impianto legislativo alla luce del quadro epidemiologico attuale. Riscontriamo da parte dei direttori sanitari, un abuso del loro potere discrezionale che viene lasciato appunto dal legislatore per agire se dovesse riscoppiare qualche altra pandemia. Il potere discrezionale del direttore generale e sanitario serve per intervenire tempestivamente, ma purtroppo loro ne abusano e impongono queste forme di massima precauzione“.