Fusaro senza filtri su Scurati ▷ “Implorava Draghi di restare, e nel suo libro c’è una palese bugia”

Il caso Scurati ha riempito pagine e pagine di giornali, pagine e pagine di social.
Lo scrittore e il suo discorso contro il fascismo non sono andati come previsto in onda sulla Rai a “Chesarà…”, condotto da Serena Bortone.
La polemica si è quindi scatenata contro la Rai, accusata di censura, e poi contro la Meloni, accusata quasi di aver ordinato che il monologo non fosse trasmesso. Così, a ridosso del 25 aprile, si è scatenato l’ennesimo “ritorno del fascismo“, animato dalla protesta popolare.
Si studia un’indagine più approfondita sulle cause della mancata apparizione dello scrittore. Tuttavia, l’effetto è stato quello di una gran cassa mediatica che ha visto il monologo di Scurati ovunque nei social. Anche la stessa premier lo ha ripostato per tentare di smorzare la polemica. L’altro effetto latente è stato sui libri del sopracitato: le vendite per Scurati si sono impennate.
Conseguenze: Governo e Rai criticati, libri venduti e monologo diffuso a gogo.
Diego Fusaro ha voluto lanciare in diretta una critica al protagonista della vicenda.

Lo rassicuro: non c’è nessun fascismo per fortuna in Italia, è morto e sepolto il fascismo.
L’antifascismo in assenza di fascismo serve oggi al discorso capitalistico solo per giustificare se stesso e per farci credere che la società così com’è è buona e dobbiamo difenderla ed è a rischio del ritorno del fascismo. Scurati, che oggi passa per essere un grande critico dell’ordine esistente per un intellettuale di rottura, vi ricordo che era quello che due anni fa implorava Mario Draghi sulle pagine del Corriere della Sera. Lo implorava di rimanere sulla plancia di comando, di non mollare
“.

E su quanto scrive lo stesso su una delle sue opere: “Le tesi di Vannacci non sono meno argomentate di quelle di Scurati.
Scurati sul populismo sostiene che è inseparabile dal fascismo, per cui ogni anelito di populismo oggi, per lui, è un ritorno del fascismo.
Una tesi decisamente falsa, perché anche alle scuole medie probabilmente sanno che il populismo non nasce col fascismo, ma nasce anzitutto in America. I populisti americani erano quelli delle campagne che protestavano contro il sistema bancario e finanziario.
E poi nasce in Russia come variante del socialismo. Questo discorsetto del fascismo uguale populismo serve a Scurati per santificare l’ordine della civiltà dei mercati rispetto alla quale ogni istanza populistica, cioè di recupero della sovranità popolare, è in quanto tale liquidabile come fascismo
“.