La commissione di inchiesta sul Covid sarà presto realtà. Manca la data, così come la formula (monocamerale o bicamerale), non la volontà politica di maggioranza e parte dell’opposizione di metterla in piedi. L’ipotesi è che venga istituita in primavera. Solo allora parte la politica si incaricherà di fare chiarezza sulla gestione della pandemia da parte dei governi che, tra 2020 e 2022, si sono succeduti nella gestione dell’emergenza, sulla quale si estendono non poche ombre.

“L’attuale maggioranza e non solo sono favorevoli a che si parta“, commenta l‘onorevole Francesco Zaffini (Fratelli d’Italia), presidente della commissione Sanità del Senato. “Bisogna solo capire la formula da usare, ma la faremo. Lo dobbiamo agli oltre 160mila decessi, alle migliaia di attività chiuse, dobbiamo far luce sulle scelte della politica in quel frangente“.

Un partito, Fratelli d’Italia, che da sempre si è espresso per cercare di capire di più i punti oscuri della gestione dell’emergenza. “Io stesso, nella scorsa legislatura, ho insistito molto perché si creasse una commissione di questo tipo, ma si era ritenuto di non procedere perché l’emergenza era ancora in corso. Era a mio avviso opportuno che il parlamento andasse a guardare da vicino i fatti, non ho mai ben capito questo tipo di ragionamento. Bisogna capire cosa è mancato per evitare che gli stessi errori si ripetano, in caso di emergenze future“.

Uno degli eventi più traumatici, per numerose persone, è stato perdere il lavoro a causa della propria scelta di non vaccinarsi. “Peraltro, si è anche dimostrato che il vaccino non garantiva la non trasmissione, ma la garanzia di non subire complicazioni gravi. La quarta dose è utile per evitare comorbidità in caso di soggetti fragili, ma non impedisce contagio. Siamo per convincere le persone, non a favore di quello che, di fatto, è stato un obbligo surrettizio alla vaccinazione. Non è stata una cosa da paese civile, nonostante la criticità. Sono stati fatti molti errori, anche negli acquisti da parte del governo. La lista è lunga, ed è per questo che ci sarà la commissione. La magistratura sta facendo il suo lavoro, noi faremo il nostro, a latere, tenendo in conto le scelte politiche piuttosto che i comportamenti sbagliati“.