Il tentativo di digitalizzare ogni aspetto delle nostre vite ha subito una forte accelerazione nel corso degli ultimi anni. “Che il prossimo passo sia arrivare a digitalizzare le nostre emozioni?”, si chiede Fabio Duranti. Preoccupazioni cui risponde Alessandro Meluzzi: “Il tema principale è di sicuro quello del controllo. Bisogna controllare non tanto la redistribuzione delle risorse, ma la recessione planetaria cui le banche stanno lavorando. Di fronte a questa situazione in cui mantenere l’imbroglio e la menzogna costruiti sul signoraggio bancario, che produce una moneta che non ha corrispettivi né in oro, né in altro, per garantire il pieno controllo delle elite serve una recessione diffusa in cui la manifattura venga delegata alla Cina, mentre il potere di controllo militare viene garantito dagli Stati Uniti e dalla massoneria anglofona. L’Italia deve diventare una pizzeria, un villaggio turistico e un luogo per i profughi provenienti dall’Africa. Le PMI devono fallire una a una, il nostro tessuto produttivo deve garantire un pieno controllo a gente ridotta a un salario di cittadinanza. Nessuno deve protestare, altrimenti gli toglieranno il salario e la casa in cui vive. Tutto questo si spiega solo con la necessità di una recessione planetaria in cui l’Italia è al primo posto della sfiga e dell’oppressione. Il digitale serve a questo, a garantire una recessione governata dall’alto senza scosse, senza democrazie, il tutto preparato da lungo tempo”.

Un contesto, quello italiano, che ha elementi che rendono questo disegno più semplice da mettere in pratica: “L’italiano medio è individualista e furbastro. Molto spesso pensa di trovare soluzioni individuali cavandosela. Siamo stati governati da potenze straniere per secoli, e dopo l’accordo di Cassibile del 3 settembre 1943 non abbiamo più alcuna sovranità giuridica. Siamo una propaggine della Corona inglese e della CIA americana. Gli italiani non riescono a ragionare da nazione, devono ancora essere fatti gli italiani. Questa grande sofferenza ha accelerato il processo critico in corso nel nostro Paese”.