Interrogato da Concetto Vecchio sulle pagine di Repubblica, l’ex Ministro della Salute parla del nuovo governo e di “preoccupazione per la quarta dose”. Ma l’inedito è sicuramente sui migranti, sui quali meno spesso lo abbiamo sentito in passato: “Dobbiamo sicuramente batterci – senti un po’ – contro le scelte che calpestano i diritti umani, ma non dobbiamo cadere nella trappola di chi vuole nascondere i problemi materiali della maggioranza degli italiani“.

Secondo Speranza c’è un “disegno della destra che, attaccando le ONG nasconde i problemi reali degli italiani, che invece devono essere il cuore della nostra opposizione“. I problemi reali degli italiani? Cioè quelli che avete causato voi, caro ex Ministro? Problemi la cui responsabilità cade sulle vostre teste. Speranza parla di diritti umani dopo aver privato del lavoro, dello stipendio, del sostentamento migliaia di persone. Resta però della stessa linea sui medici “no vax”, armato di una coerenza che però in questo caso è chiaro segno dell’ideologia.

Speranza subito attacca: “Sono preoccupato per la quarta dose dei vaccini. I vaccini sono stati lo scudo che ci ha salvati e la stragrande maggioranza degli italiani lo ha capito“. No, ex ministro, li avete obbligati. Perché se la stragrande maggioranza degli italiani ha scelto di vaccinarsi, a parte il terrore che avete creato, gli altri lo hanno fatto perché obbligati.

Non solo, Speranza parla di diritti dei migranti ma ancora oggi sarebbe d’accordo nel togliere stipendi e lasciare persone senza sostentamento. Nota a margine: Speranza è preoccupato per le poche prenotazioni per la quarta dose? Ma gli italiani non avevano capito l’importanza della vaccinazione? Sono tutti idioti ora che non si fanno la quarta dose? Evidentemente, caro ex ministro, gli italiani hanno capito che qualcosa non torna. Che quello che gli avevate detto non era vero. “Ho lavorato molto bene con Letizia Moratti“, aggiunge infine, “sui vaccini e sulla lotta al covid ha avuto una posizione corretta”, dice dopo lotte infinite ai cattivoni della Lombardia.
Arriva un momento in cui il buonsenso dovrebbe suggerire il silenzio.