Come sappiamo il nuovo ordine mondiale capitalistico si fonda anche sul nuovo ordine mentale, vale dire una forma mentis imposta coattivamente a tutti gli uomini i quali devono aderire all’ordine asimmetrico della globalizzazione, introiettandola come se fosse il migliore dei mondi possibili o come il solo possibile.

ll pensiero unico non è altro che se non la forma mentis globalista, il nuovo ordine mentale di completamento dei rapporti di forza egemonici. Per questo la globalizzazione è simile ad un’aquila a doppia apertura alare. La destra finanziaria del denaro pone le strutture, la sinistra fucsia del costume, pone invece le superstrutture.

Paradossalmente il PC, oggi è soltanto la sigla di Politicamente Corretto, di cui la sinistra è custode, una sinistra che nulla ha in comune con Gramsci e Togliatti. Tra le categorie in auge della neo-lingua ve ne è una sulla quale vorrei richiamare l’attenzione. Intellettuali di sinistra post-marxisti e ultra-liberisti, ossia i nuovi sacerdoti del pensiero unico, figurano come i più disinibiti sostenitori dell’economia mercantile, della libera circolazione delle merci e delle persone mercificate.

La categoria di inclusività viene assai spesso utilizzata come categoria fondativa in grado di giustificare i rapporti di forza asimmetrici. L’inclusività sembra una categoria necessariamente buona e da accettarsi con entusiasmo. Tuttavia l’inclusività non è altro che la pappa del cuore di hegeliana memoria. è la figura con cui gli arcobalenici intellettuali di completamento del nuovo ordine asimmetrico della globalizzazione giustificano l’annessione del mondo intero sotto le insegne del capitale.

L’inclusività figura sempre come la variante fucsia e arcobaleno dell’occupazione imperialista all inclusive del capitalismo. Secondo la narrazione della new left il mercato andrebbe protetto dai pericolosi rigurgiti rosso-bruni di fascismo e comunismo. Soltanto il mercato sarebbe in grado di garantire la libertà della circolazione e del progresso.

L’imperialismo a stelle strisce dovrebbe essere tutelato in quanto fenomeno d’inclusione del mondo intero della sfera dei diritti umani e della democrazia occidentale. Nel primo come nel secondo caso l’inclusività non dice altro che la sussunzione universale sotto il capitale e sotto il suo regime di disuguaglianza. La categoria di inclusività fa valere una forma di cattiva inclusività, la sussunzione coatta di tutto e tutti sotto le insegne del capitale.