Sono bastate le dichiarazioni del Premier Mario Draghi a bloccare il Superbonus 110% e di conseguenza la cessione dei crediti e il flusso di cassa delle aziende che stavano lavorando. Un circuito che sembrava virtuoso è stato fermato dopo che il Premier ha sollevato dubbi sulla concorrenzialità del settore edilizio e ha additato al Superbonus la causa delle molte truffe.
La norma sul superbonus è nata male ed è stata continuamente modificata, però ha avuto grandi risultati in termini di ristrutturazioni e di lavoro“, dichiara l’Onorevole Alberto Gusmeroli della Lega, vicepresidente Commissione Finanze. Aggiungendo che il mercato delle ristrutturazioni è completamente fermo, fattore che ha portato le imprese ad avere crediti fiscali che hanno provocato ansia nelle famiglie. Un’ansia immotivata, dato che sul Superbonus 110% le truffe erano solo del 3%. “Il problema del Superbonus è che quando si fa un’agevolazione di questo tipo bisogna farla con un margine temporale molto ampio, per non far salire i prezzi dato l’aumento della richiesta“, conclude l’Onorevole.

Il blocco del Superbonus non è dovuto solo alle dichiarazioni di Draghi, poiché ci sono stati stravolgimenti normativi contro senso, come il decreto antifrode di novembre. Non è fermando la circolazione dei crediti che blocchi le presunte truffe, perlopiù se sono al 3% e quindi inesistenti“, queste le parole del Presidente Cande Igor La Spada. La manovra funzionava già bene, ma il fattore temporale deve essere più ampio, perché gli interventi edilizi si programmano a medio-lungo termine. Tuttavia, la colpa degli aumenti non è del Superbonus.

Il futuro del Superbonus

Se il Centrodestra dovesse andare al Governo, le conseguenze per il Superbonus 110% potrebbero non essere positive.
Se si decide di fare un intervento di ristrutturazione e un’impresa prende in carico quel lavoro sulla base di leggi esistenti, non si possono cambiare tali leggi. Quindi, la soluzione è sanare il passato e tutelare le imprese che hanno lavorato e le famiglie che hanno dato i lavori“, continua L’Onorevole Gusmeroli. In qualsiasi paese civile non si cambiano le leggi in corso bloccando ciò che si sta facendo, la cessione del crediti e lo sconto in fattura devono essere sistemati in modo tale da sanare anche il pregresso.

Occorre ritornare al passato e sanare il pregresso, ripristinando l’articolo 121 alla sua stesura originale, poiché solo così il sistema bancario, ormai fermo per paura e sfiducia, riprende in mano un mercato che funzionava benissimo“, suggerisce La Spada.
La mossa ideale sarebbe tornare alla struttura originaria della norma, che permetteva la cessione del credito non solo alle banche ma a qualunque soggetto dell’economia“, specifica Fabio Conditi, Presidente dell’Associazione Moneta Positiva. Infatti, le imprese con il credito pagavano dipendenti, fornitori e così via e c’era una possibilità molto ampia di poter cedere i crediti di imposta. E’ l’averli bloccati che ha comportato il fatto di limitarne l’utilizzo. “Draghi si è opposto perché il credito di imposta cedibile è una moneta e quindi esce fuori dal controllo del sistema bancario“, conclude Conditi.

Crisi ed emergenza sono la quotidianità

La colpa non è solo di Draghi, ma di tutti i partiti che hanno fatto parte del suo Governo. Scaricarsi da quella colpa è paradossale“, afferma il Segretario Vicario del Sindacato FISI Ciro Silvestri. Un’impresa che fallisce per l’incapacità degli altri è qualcosa di assurdo ed il fallimento di una singola impresa è, in realtà, sintomo di un fallimento generale. C’è bisogno di interventi urgenti a sostegno delle imprese, per evitare una crisi ancora più ampia. L’abitudine è quella di passare da un’emergenza all’altra, poiché il problema del Superbonus 100% è stato surclassato dal problema energetico.
L’emergenza è la nostra quotidiana, il problema non è il Governo di destra o di sinistra, ma del cambio di mentalità. La politica deve rimettere l’uomo al centro delle proprie attenzioni“, conclude il Segretario.

Non sembrano esserci molte soluzioni neanche per chi ha dei lavori fermi da mesi, come ricorda La Spada: “C’è ben poco da fare, perché è anche giusto non pressare le imprese di un carico superiore a quello che hanno. L’unica cosa da fare è cercare di contribuire con risorse proprie per terminare i lavori e mettere al sicuro le aziende. E, questo vale per i proprietari, essere più presenti alle proteste messe in atto fino ad ora.”
Non sembra esserci altro modo, il Superbonus va riportato alla misura originaria e poi può essere utilizzato non solo nel campo dell’edilizia, ma anche in quello della spesa pubblica. Da qui deriverebbe il guadagno doppio, motivo per cui ne è stato provocato il bloccaggio.
Guardate nei programmi dei partiti politici e vedete chi vuole migliorare la situazione Superbonus e chi no, e usate quel voto per scegliere i partiti che vogliono andare avanti per risolvere i problemi“, chiede Conditi. L’oggetto in crisi è l’istituto lavoro, ma l’attenzione è su altro. Ogni settore è in crisi, la politica ha fallito e deve cambiare concetto per uscire dalla crisi. Il paese va messo in sicurezza.
Il boicottaggio del Superbonus 110% è stata una volontà precisa di Draghi, che ha messo delle condizioni alle quali era difficile opporsi. Bisogna cercare di votare i partiti che vogliono andare oltre questa misura“, conclude Fabio Conditi.