Troppo stress al lavoro, i CEO si dimettono in massa ▷ Crepet: “Sinceramente mi fa un po’ ridere”

L’equilibrio tra lavoro e vita privata è sempre più precario. Spesso se i guadagni sono molto alti, anche le ore di lavoro sono di più. Soprattutto se la professione che si svolge è quella di CEO di un’azienda, si può essere operativi anche per 16 ore al giorno. In base al report di Challenger, Gray & Christmas, ci sono stati circa 622 cambi di leader aziendali negli ultimi mesi. C’è stato un aumento del 48% di assunzioni di nuovi CEO e del 27 % rispetto al trimestre precedente. Questo significa che sono sempre di più i leader aziendali che scelgono il benessere mentale al di sopra della sicurezza salariale. C’é sempre più stress e solitudine a causa del lavoro, che forse per moti CEO, non vale i soldi guadagnati. Infatti la permanenza dei CEO all’interno dell’azienda era di sei anni nel 2013, per poi scendere a meno di cinque nel 2022. Tra i CEO che hanno dato le dimissioni, ci sono Noel Quinn di HSBC e Bob Bakish di Paramount Global e Kenny Wilson di Dr Martens. Ecco il pensiero dello Psichiatra Paolo Crepet.

“C’è un’idea strana del lavoro: lo stress ci vuole ma il distress (il troppo stress) fa male. Lo stress è utile. Evidentemente il lavoro sta andando male, non nel senso dell’economia del lavoro ma di psicologia del lavoro. Molte aziende rappresentano il “male” da cui bisogna scappare, per andare, non so dove.. Dove andranno questi CEO? Sulla panchina al parco, a contare i dobermann che passano? A me fa un pò ridere. Io c’ho una certa età, in questo momento sto al nord-est, sono partito da Roma e domani vado da un’altra parte… A me il lavoro piace. Io ho sempre scelto lavori per passione, e se qualcun altro non l’ha fatto ha sbagliato”.

Ascolta Radio Radio Café con Francesco Caselli e Paolo Crepet