Nei giorni scorsi è tornato a farsi vivo Bergoglio su temi di portata etica.
Ha sostanzialmente specificato che occorre che si consumi meno carne: lo ha detto ai giovani in una lettera indirizzata a loro, specificando che si tratta di un tema assolutamente dirimente.
In particolare Bergoglio, che secondo alcuni è il Pontefice ufficiale e secondo altri occupa in maniera illegittima la sede di cui ancora Ratzinger è effettivamente titolare, ha indirizzato una lettera alla Conferenza europea dei giovani di Praga di fatto mettendo a tema l’alimentazione sostenibile per il futuro del mondo.
Per Bergoglio sarebbe urgente ridurre il consumo di carburanti fossili ma anche di “tante cose superflue”: in certe aree del mondo sarebbe opportuno consumare meno carne perché “anche questo può contribuire a salvare l’ambiente”.

Molte considerazioni si possono svolgere intorno alle parole di Bergoglio: sottolineiamo intanto come si tratti dell’ennesimo suo intervento teologicamente corretto in linea con il nuovo ordine mentale della globalizzazione e di quel capitalismo tinteggiato di verde che sembra attento all’ambiente ma che sempre ha come unico obiettivo il business.
La globalizzazione capitalistica produce anche un ordine mentale di completamento, ed è per questo che da tempo parliamo di nuovo ordine mentale come superstruttura di giustificazione e santificazione del nuovo ordine mondiale della globalizzazione turbocapitalistica.

Il teologicamente corretto di Bergoglio, ormai dovrebbe essere chiaro, diserta i temi del sacro e dell’anima. Si occupa puntualmente solo di temi legati all’immanenza e alla mondanità, peraltro in linea con i temi sviluppati dall’ordine del discorso dominante.
Perciò Bergoglio non si occupa mai dell’anima e di Cristo, o della trascendenza e della salvezza eterna, ma sempre e solo di questioni allineate con lo spirito del tempo, con una salvezza puramente mondana.
Tratta di ambientalismo, di lotta al sovranismo, di immigrazione di massa e di attenzione alla “carne”, che deve essere meno consumata.

Quello di Bergoglio diviene in sostanza un discorso perfettamente interscambiabile con gli altri liberal-progressisti della civiltà tecnomorfa. L’evaporazione del cristianesimo passa anche da qui: il nulla a cui Ratzinger aveva eroicamente provato a resistere è lo stesso nulla che invece Bergoglio asseconda.
Non deve stupire allora come il sistema mediatico dei professionisti dell’informazione e della manipolazione organizzata lottasse strenuamente contro Ratzinger trasformandolo in una sorta di bersaglio permanente, e invece in maniera diametralmente opposta celebri a pie’ sospinto Bergoglio, che diviene a tutti gli effetti un beniamino dello star system mediatico, al punto di essere invitato anche nelle grandi trasmissioni del varietà come “Che Tempo Che Fa”.

Insomma, Bergoglio è il Pontefice ideale della globalizzazione capitalistica, colui il quale sta traghettando le masse dei cristiani verso il nulla della civiltà dei consumi, illudendo che si può essere buoni cristiani semplicemente aderendo ai dogmi del politicamente corretto della globalizzazione turbocapitalistica: “mangiate meno carne”, “rispettate l’ambiente”, “celebrate la openness dei mercati”, “celebrate l’abbattimento di ogni sovranità nazionale”.

Nel tempo di Bergoglio, insomma, il buon cristiano diventa il buon consumatore, e la fede low cost da lui proposta non è altro che il pensiero unico diffuso ora dalla Chiesa divenuta semplice propaggine del nuovo ordine mondiale, trasformata in semplice centrale di diffusione del pensiero unico politicamente e teologicamente corretto.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro