La fuga di Luigi di Maio dal MoVimento 5 Stelle appare a molti come il triste e scontato epilogo di quell’esperienza fallimentare che è stata la ‘banda degli onesti’. Per chi ha creduto fin dall’inizio nei valori del partito, però, la defezione dell’ormai Ministro degli Esteri rappresenta un vero e proprio tradimento. È così per Pino Cabras, che dopo aver militato tra le file del M5S, oggi è nel gruppo misto come deputato di Alternativa. Dopo aver parlato di “spettacolo osceno”, il parlamentare originario della provincia di Nuoro passa in rassegna le criticità dei pentastellati. Le stesse che, adesso, ne starebbero minando la sopravvivenza.

“C’è un difetto nella costruzione: il Movimento 5 Stelle non si è mai voluto strutturare come un partito con un’ideologia (quindi un sistema di ideali da difendere) e un’organizzazione che permetta la contendibilità delle cariche e una democrazia interna. I partiti democratici funzionano così, il M5S no. Abbiamo cercato di resistere finché è stato possibile per cercare di cambiare l’illusione interna rispetto a certe dinamiche del potere, però il difetto era troppo grande”.

A mancare per Cabras, dunque, una struttura solida capace anche solo di abortire sul nascere certe derive. Ma la struttura, si sa, la fanno (e danno) le persone. E qui arriva l’altro tallone d’Achille dei pentastellati. Il MoVimento – prosegue il deputato – è stato una risposta sbagliata a domande giuste, che sono rimaste in piedi. Bisognerà trovare le risposte in altre forme, con organizzazioni autenticamente democratiche, con cittadini che partecipino e con temi che non vengano più trascurati e svenduti, magari con una selezione delle persone più attenta. La maggior parte del personale del M5S è stata pronta a vendersi per un piatto di lenticchie. Qualcuno non proprio per un piatto di lenticchie, come Di Maio, lui sicuramente adesso è entrato nell’empireo di certi incarichi, nelle porte girevoli delle multinazionali e troverà il modo per sfangarsela. La gran parte però si è venduta per poco”.