C’è un’altra narrazione che noi non dobbiamo assolutamente assecondare. Ed è quella che vede Putin come l’unico responsabile di quanto sta accadendo. Quando io sono stato in televisione da Giletti a Non è l’arena e volevo parlare di quanto accaduto nel 2014 a piazza Maidan, il presentatore mi ha detto “no, non partiamo dal 2014, cominciamo dal 2022”. Come se si potesse raccontare una guerra iniziata otto anni prima parlando direttamente di quello che accade otto anni dopo. Quindi non andando ad analizzare le cause che hanno portato a quella escalation militare ovviamente non si potranno mai trovare le soluzioni. Anche perché se non andiamo a ritroso non siamo in grado di identificare chi sono stati i reali responsabili. Quindi non dobbiamo cadere nella propaganda occidentale che vorrebbe additare Putin come unico responsabile.

Facciamo un salto nel 2014? Che cosa è successo? Ci hanno detto che c’è stata una rivolta democratica in piazza Maidan. Quindi una rivolta del popolo ucraino, di persone che andavano a manifestare in pace con le bandiere colorate perché volevano opporsi alle scelte del loro presidente di chiudere i rapporti con l’Unione europea e riaprire dei rapporti con la Russia. Questa versione non può essere assecondata. Esiste una versione totalmente diversa, diametralmente opposta che invece vede quello che è successo nel 2014 sì come una iniziale protesta di popolo, ma quella protesta è stata strumentalizzata da movimenti neonazisti al soldo degli apparati americani. Così come accadde in Italia all’epoca della Gladio, quando cominciò questa collaborazione tra i neonazisti e gli apparati americani.

Questi apparati americani e questi neonazisti si sono impadroniti di quella protesta. L’hanno strumentalizzata, hanno messo totalmente da parte quelle che erano le istanze del popolo ucraino, che potevano essere anche giuste, hanno portato avanti soltanto i propri interessi.

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