L’apparente allargamento delle maglie da parte del Governo su Covid e restrizioni varie non ha tagliato fuori dalla narrazione dominante alcuni totem. La mascherina che protegge dal contagio (infatti si è visto…) o certe cure ancora considerate eretiche sono soltanto esempi a dimostrazione della deriva presa dall’inizio della pandemia. Dogmatismi che continuano a essere scambiati per scienza, pur non avendo nulla del metodo proprio della materia.

L’atteggiamento anti-scientifico promosso da un paio di anni a questa parte è riscontrabile in due recenti controversie. Fa scalpore, anche se non tanto come dovrebbe, l’attacco subito a Portoferraio da un medico per mano dei suoi stessi colleghi. La colpa del camice bianco in servizio nell’Isola d’Elba? Aver curato un paziente con il tanto vituperato plasma iperimmune. Quando un 60enne, malato di leucemia e positivo al virus, si è presentato sulla soglia del pronto soccorso elbano in gravi condizioni, il dottor Giovanni Belcari ha optato per la terapia portata alla ribalta grazie all’operato del compianto Giuseppe De Donno. Un gesto accolto dalla comunità medica in modo diverso da come ci si potrebbe aspettare: “La cosa non si ripeta”, ha infatti scritto in una mail inviata ai colleghi il primario di malattie infettive a Livorno Spartaco Sani.

Degno di nota anche un altro caso, che ruota attorno al ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi. Tutta l’essenza dei ragionamenti fatti dalle parti di Palazzo Chigi può essere racchiusa in una frase pronunciata dal responsabile del Ministero di Viale Trastevere: “Le mascherine in classe hanno un valore educativo”. Per certi versi, un’ammissione rispetto al senso scientifico dei dispositivi. Un segno da diffondere a tutte le generazioni, poco importa se funzionano o meno. Esternazione di Bianchi che fa specie soprattutto alla luce di quanto aveva dichiarato in passato sui docenti non inoculati: “Il rientro in classe sarebbe stato segnale diseducativo“.

L’intervento in diretta di Fabio Duranti a Un Giorno Speciale, con Francesco Vergovich.