Da tempo circola incontrollata una voce che sembra essere priva di conferma ma che esprime l’essenza dello spirito del tempo. Secondo tale voce Mario Draghi, euroinomane di Bruxelles ed ex uomo di Goldman Sachs, starebbe per abbandonare il governo e per passare a migliore destinazione, segnatamente nella Nato dove andrebbe ad occupare un ruolo di primo ordine come si conviene ad un uomo di tale schiatta di esseri nati apposta per comandare e non dover mai passare dal giudizio popolare.

Secondo questa voce Mario Draghi sarebbe pronto ad abbandonare il governo italiano per ottenere un più alto ufficio presso la Nato. Non sappiamo se questa sia una voce fondata. Ad ogni modo parrebbe una voce plausibile almeno per due ragioni: in primis perché potrebbe essere una buonuscita per un governo che sempre più appare deludente.

Il governo si era definito pomposamente come il governo dei migliori mentre sempre più appare il governo dei peggiori o, se si preferisce, il governo dei migliori guitti o guerrafondai che per servire Washington stanno tradendo la cultura e l’interesse della nazione italiana. Accanto a questa prima ragione ne segue una seconda di non minore importanza.

Sembra che Mario Draghi abbia già attraversato tutto il cursus honorum fondamentale: dopo Goldman Sachs, dopo la banca centrale europea, a Draghi sembra mancare soltanto una posizione di prestigio, quella nella Nato. Gli manca solo quella posizione per poter poi dire di aver ricoperto ruoli di primissimo piano in tutte le istituzioni fermamente nemiche dell’interesse nazionale della nostra Patria.

Questo potrebbe essere in effetti l’approdo del noto euroinomane di Bruxelles, stando a quel che da più parti già da tempo si mormore. Si tratterebbe in effetti del compimento di un cursus honorum stabilmente all’insegna dell’opposizione fermissima all’interesse nazionale dell’Italia. Mario Draghi è un fuoriclasse, come da più parti si è detto, peccato che giochi con la maglia della squadra opposta, vale dire con la maglia di chi lotta fermamente contro l’interesse della patria e dei ceti medi. Insomma contro tutto ciò che riguarda l’interesse nazionale dell’Italia, sempre e solo a beneficio dei gruppi dominanti.

Possiamo ribadire un vecchio detto, quando i dominanti e i dominati applaudono la stessa persone potere stare certi che è perché i dominati non hanno capito nulla, in termini gramsciani si chiama subalternità, cioè subire il dominio anche sul piano delle superstrutture. A rigore i dominati hanno tutto l’interesse ad opporsi a Mario Draghi per le già dichiarate questioni e invece no, lo seguono, lo acclamano, lo esaltano come un salvatore della patria quando egli rappresenta tutto l’opposto.

RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro