Il politicamente corretto sembra ormai aver conquistato ogni spazio dell’opinione pubblica. Dalla politica al calcio, dal giornalismo all’università, qualsiasi segmento sociale appare contagiato da una strisciante falsità perbenista. Sempre più sempre serpeggiare in tutte le stratificazioni della società italiana una propensione alla menzogna, sintomo a sua volta di un sistema di pensiero orientato in maniera univoca.

Il prof. Michetti, partendo dal fallimento della nazionale italiana contro la Macedonia del Nord, denuncia senza mezzi termini la deriva del politicamente corretto divenuto di fatto un’ideologia assoluta, definita e intollerante. Dal caso del prof. Alessandro Orsini, respinto dalla RAI dopo aver firmato un contratto, fino alla politica e alle campagne elettorali falsificate da candidati disposti a tutto, Michetti espone il dramma di una nazione, quella italiana, divenuta ostaggio di poteri esterofili e lontana da un’indipendenza di pensiero autonoma, multipolare e libera.

“Io credo che il risultato sportivo sia la fotografia esatta del paese, un paese spento che ha lasciato ad altri le proprie decisioni e vive in una finzione, un paese che vive molto di menzogne, che sta ingannando anche gli italiani con una spregiudicatezza e un cinismo assoluto. Ieri ho sentito che una persona, soltanto perché ha una visione diversa sulla guerra, un docente, è stato cacciato dalla RAI con un regolare contratto. Siamo al punto più basso della nostra storia, è l’inizio della fine.

Quando un paese è pieno di debiti, con un PIL che non cresce e pensa che la priorità sia contribuire con altri 25 miliardi di armi, rimango esterrefatto. La fotografia dell’Italia calcistica è quella del Paese. Chi la fa da padrone sono gli stranieri e chi decide sulla guerra non sono gli italiani, noi facciamo quello che ci dicono di fare. Vedo da parte dagli Stati Uniti, una protervia tale che mi ricordano le dichiarazioni durante la guerra del Vietnam. Sento aria di pretesti per fare una grande guerra”.

“Le controversie internazionali si risolvono con la diplomazia e non con la guerra. Vedo un mondo effimero, vedo una divisione tra soggetti allineati e soggetti ghettizzati perché la pensano maniera diversa. Se io ho un’opionione mi devo presentare per quello che sono, altrimenti inganno gli altri. Possiamo vivere di sola menzogna? Bisogna rimettere al centro il lavoro, invece ci si fa eleggere
per non fare nulla. Chiaro che è tutta una finzione.


Questa è una follia, state fuori di testa! Quando ti vergogni della tua squadra, della tua storia e della tua tradizione, sei disposto a tradirla e significa che non hai quella dignità che dovrebbe avere un uomo di Stato. Oggi va di moda l’uomo di potere, ma tutta questa gente ha fatto carriera senza potere mai dire come la pensa. Il vero potere lo ha chi può dire quello che pensa, chi può dire la verità è il vero uomo libero”