Un missile Tochka-U piomba nella città di Donetsk, regione separatista filorussa del Donbass: è una strage di civili. Russia e Ucraina si accusano a vicenda della tragedia. Lo scambio di accuse si susseguono mentre a terra si contano i morti trucidati dai resti dell’ordigno bellico. È una delle più gravi tragedie di civili uccisi da quando il conflitto è iniziato.

In collegamento direttamente dall’Oblast di Donetsk, la provincia ucraina filorussa contesa da Mosca all’Ucraina, la testimonianza di Natalya, abitante della città sposata con un italiano. Le sue parole svelano una verità poco conosciuta della regione storica del Donbass, una guerra iniziata ben prima dell’attuale conflitto e che da otto anni causa vittime tra la popolazione.

Per Natalya, voce diretta degli orrori della guerra, non ci sono dubbi, quel razzo di produzione sovietica non può essere russo in quanto non più in dotazione alle forze del Cremlino ma ancora utilizzato dall’esercito ucraino: “Racconto la mia versione della guerra, quella dei media è l’opposto. I nostri uomini sono andati a fare i militari per difenderci. Da otto anni sono gli ucraini che ci bombardano. Quei razzi sono stati prodotti nell’Urss, sono vecchissimi e la Russia non li utilizza più perché li ha fatti distruggere. Noi sappiamo dove sono gli ucraini e da dove vengono questi attacchi”.

Una testimonianza diretta del conflitto dalla città di Donetsk