Riceviamo e pubblichiamo la lettera simbolica di un papà al proprio figlio, studente.

“Mentre studiavi la lezione durante il giorno della memoria, mi hai chiesto ingenuamente: “Papà ma facevano nei campi di concentramento come fanno oggi con il Green Pass ?”.
Ti ho giustamente spiegato che fosse impossibile paragonare le due cose. Poi però mi hai chiesto, sempre con il candore che solo un bimbo può avere “ma allora a che serve il Green Pass se tante cose non possiamo farle?”.
Ci ho pensato un po’ ed ho riflettuto su questi due anni. E abbiamo parlato lungamente dopo la lezione. Ti ho detto chiaro e tondo che serve secondo alcuni per controllare lo stato di salute. Ma al terzo quesito “allora perché fai tanti sacrifici e i contagi aumentano? Perché devo stare in Dad anche se a me non dispiace? Perché mentre mi insegni che si mantiene la parola data in tv il presidente è stato eletto pur avendo sempre detto di non volerlo più?”. Detto da un bimbo di 7 anni.
Allora ti ho spiegato che proprio per questo tutti gli sforzi del papà sono orientati affinché tu possa avere gli strumenti per pensare con la tua testa e che capisca in che paese scombinato ci troviamo.
Un enorme campo di concentramento no, ma un’enorme segregazione sì.

Figlio mio, ripensiamo a due anni fa. Il tuo papà ha sempre creduto nella scienza e si è fatto tutte le vaccinazioni del mondo, meningite inclusa. Ma nessuno si sarebbe sognato di indagare pubblicamente sul suo stato sanitario oppure di chiedere di sventolare dati privati come se fossero fazzoletti. Non importava a nessuno. Nessuno si sarebbe sognato di dirci cosa fare, dove andare, cosa comprare, cosa mangiare con un decreto legge. Eppure sta accadendo. Nessuno si sarebbe sognato di discriminare in modo così accanito chi la pensasse in maniera diversa, senza peraltro violare il perimetro della legalità, eppure tuo padre è stato classificato frettolosamente come no vax, ha ricevuto vomiti di odio, è stato additato come untore. Ma ti ha mostrato con l’esempio che la storia gli sta dando ragione.

In silenzio ha deciso cosa fosse meglio per te perché negli ultimi due anni un sistema di presunti giornalisti, politici, scienziati hanno affermato tutto e il contrario di tutto, contraddicendo loro stessi e contraddicendosi tra loro. Illudendo gli Italiani con presunte immunità, riaperture, sicurezze di non esser contagiati, presunti sieri monodose. Chi ha verificato il non funzionamento del siero se l’è presa con tuo padre che non se l’è inoculato. Come se uno acquistasse un giocattolo difettoso e se la prendesse con te perché non l’hai acquistato pure tu.
Papà ti ha sempre insegnato che tutti sono uguali, che chi preferisca il gelato al limone è uguale a chi opti per la fragola. In questo biennio anche tu hai risentito di questi sacrifici e hai fatto la tua parte da bravissimo bambino, più maturo della tua giovanissima età. Con tanta pazienza.

Eppure tutto questo viene spazzato, in apparenza, quando banditi istituzionali affermano che fosse ora finalmente di discriminare e differenziare nelle classi vaccinati e non vaccinati (mai fatto prima con gli altri vaccini), che fosse ora di indurti a vaccinarti non per la tua salute, ma per avere un subdolo balocco materiale, che fosse ora di creare autobus separati per i bambini.
Ciò che invochiamo ogni giorno perché non succeda tra colori della pelle, orientamenti sessuali, libertà di pensiero, è successo invece in nome del siero. Poi il tuo papà si accorge che tu osservi la realtà con i tuoi occhietti vispi e curiosi e con la tua memoria fotografica e ti domandi perché stiamo ancora cosi, quando nei luoghi sociali possano andare solo i vaccinati, perché i contagi aumentino dando la colpa ai non vaccinati o perché tu, negativo, debba stare in dad in caso di positività di un vaccinato. E papà a spiegarti ancora che anche questo non è giusto. Non è giusto cadere nella trappola del dualismo di chi, per puro schifoso interesse, ha messo contro vaccinati e non vaccinati. Hanno ragione entrambi. Ma i primi sono stati ingannati. O semplicemente hanno le loro opinioni degne di rispetto. Oppure a loro sta bene così.

Ma papà ti ha anche insegnato che il rispetto deve essere reciproco. Invece in Tv ogni giorno cadono valanghe di odio, di livore, di disprezzo per chi la pensi in modo diverso.
Figlio mio, papà è andato in piazza e continuerà ad andare in piazza anche per te. A lottare ogni giorno nel quotidiano perché tu non debba passare ciò che, sempre col sorriso, sto passando io. Per insegnarti a non sottometterti e non renderti schiavo e suddito. Per farti ricordare che il verde è uno dei tre colori della bandiera.
Tu sei nato libero e la libertà non si autorizza con un lasciapassare”.