Si trattano milioni di persone come se fossero bambini a cui raccontare la favola della cicala e della formiche, dove i popoli del Nord sarebbero le formiche e i popolo meridionali sarebbero le cicale. L’Italia stessa sarebbe una cicala. A nulla serve osservare che da sempre il nostro paese non è un debitore ma un creditore perché è un contributore netto del bilancio dell’Unione Europea attraverso le tasse che paghiamo.

A nulla vale osservare che da trent’anni facciamo avanzo primario, cioè tassiamo più di quanto spendiamo per la spesa pubblica, facendo surplus e non deficit. A nulla serve osservare che le curve di spesa per interessi cumulata e quella di surplus d’avanzo primario divergono da trent’anni. Il dogma neoliberista è ormai troppo forte e radicato nelle menti ottenebrate da decenni di mistificazione.

La pillola di oggi è rivolta soprattutto ai miei avversari, il 99% dei pensatori economici italiani, che continuano a parlare di taglio di spesa pubblica, Italia sprecona e spending review. Tutta la classe politica che vota a favore di questi provvedimenti e sostiene il governo Draghi. Il concetto fondamentale che voglio comunicare è che non è vero che siamo un paese sprecone, non è vero che dobbiamo ringraziare la “Mamma europea”, noi siamo i suoi finanziatori.

Lo stesso Sole24Ore sul PNRR ha scritto a chiare lettere sui suoi articoli che per la prima volta l’Italia è divenuta beneficiaria netta dell’Unione europea. Prendiamo atto del fatto che negli ultimi 20 anni siamo stati contributori netti. Abbiamo finanziato l’Unione europea con le nostre tasse portando a casa di meno di quanto le abbiamo dato. Basta con questo senso di sudditanza e complesso d’inferiorità italiano. Basta avete rotto le scatole.

Soprattutto noi facciamo avanzo primario, noi da trent’anni spendiamo di meno di quanto tassiamo, basta raccontare delle frottole alla gente!

Malvezzi​ Quotidiani, pillole di economia umanistica con Valerio Malvezzi