La prospettiva è di quelle più tetre, che mai si sarebbe potuta immaginare soltanto poco tempo addietro. Una tessera inizialmente pensata con il fine di essere usata in un contesto di emergenza per gli spostamenti entro i confini europei viene in un secondo momento resa obbligatoria per tutt’altri scopi: certificare il proprio stato di salute con la vaccinazione, la guarigione o un tampone negativo. Un sistema orientato al controllo sociale che se dovesse permanere anche al di fuori dei confini emergenziali darebbe il via a qualcosa di ben diverso alle prassi consone all’Occidente democratico.

Qualcuno già da tempo intravede dietro al Green Pass, conosciuto nel resto d’Europa con il nome di “Eu digital Covid certificate”, ombre di crediti sociali come nel modello cinese. E proprio per questo motivo al di fuori dei confini italiani, dove la resistenza è stata minima e infruttuosa, si è registrata un’ondata di proteste per scacciare via il pericolo rappresentato dal lasciapassare.

Le grida di allarme sul progetto insito nella tessera verde, che fino ad ora non ha oltrepassato l’Atlantico, arrivano anche dagli Stati Uniti. In uno spazio di approfondimento su Fox News, l’anchorman Tucker Carlson ha ospitato il parere della filosofa olandese Eva Vlaardingerbroek che ha tratteggiato uno scenario a dir poco preoccupante: “Questa cosa non rimarrà legata soltanto al vostro stato di vaccinazione. Ciò comprenderà tasse, cartelle cliniche, informazioni bancarie”.

Ecco il commento dell’Onorevole Francesco Forciniti (L’Alternativa) e di Fabio Duranti in diretta a Un Giorno Speciale, con Francesco Vergovich.