La retorica dell’emergenza perpetua mostra vere e proprie crepe. Lo stato di preoccupazione e terrore instillato nella popolazione potrebbe non rispecchiare la realtà dei dati, non riesce a reggere nemmeno il confronto con gli anni pre-Covid. Da un attento esame sulla mortalità del passato senza pandemia viene fuori un ridimensionamento del nemico oggi rappresentato da Omicron, prima da Delta e varianti varie. In termini di perdite di vite umane, le stagioni delle influenze (scomparse dai radar con l’avvento del virus) non si discostano numeri alla mano dall’allarme permanente in cui versa l’Italia da due anni a questa parte. Va detto anche che due grandi picchi, registrati nei mesi di marzo e ottobre 2021 e dovuti a diversi fattori, segnano una discontinuità con quanto accaduto in precedenza.

I dati targati EuroMOMO, network europeo di sorveglianza in materia di mortalità, sono stati mostrati in diretta da Fabio Duranti. Il tema della discrepanza tra numeri reali e realtà percepita si incrocia inesorabilmente con le azioni intraprese dal Governo. Di fatto nulla sembrano avere a che fare con la questione sanitaria. Esempio plastico è scaturito proprio dalle evidenze numeriche sopradescritte, che non trovano risalto nei media mainstream: “Perché questo i giornalai non ce lo dicono? – si domanda Duranti – Forse perché hanno preso 400 milioni dallo Stato italiano per parlare di Covid?”.

Il commento di Fabio Duranti a Un Giorno Speciale, insieme al Prof Alessandro Meluzzi e ai microfoni di Francesco Vergovich.