La “svolta green” non risparmia più nessuno, nemmeno la casa. Già perché nella bozza di risoluzione che verrà presentata il 14 dicembre al Parlamento Europeo si parla proprio di questo: vietare la vendita e l’affitto di immobili che a partire dal 2027 non abbiano raggiunto il minimo di efficienza richiesto. In poche parole, chi consuma “troppo”, resta a bocca asciutta. Trattasi di una bozza, come già specificato, ma comunque di una proposta che ha scioccato gli italiani, statisticamente e culturalmente legati alla propria dimora molto più di ogni altra popolazione.
Ma le brutte notizie non finiscono qui, perché l’aumento degli estimi catastali fino al 200% potrebbe gravare su una tassazione della prima casa. A prospettare lo scenario il segretario del Partito Comunista Marco Rizzo: “Draghi ha smentito che accadrà fino al 2025, mi fa piacere, ma poi quando dovremo restituire i soldi del PNRR basta che chiedano l’Imu sulla prima casa e gli italiani si troverebbero a pagare una sorta di affitto fatto in tasse per la casa che uno ha acquistato“.

A questo punto cosa accadrebbe“, continua Rizzo, “che gli alloggi di chi non abita a Piazza di Spagna, ma degli italiani normali col mutuo ancora da pagare; ebbene quelle case lì crollerebbero perché è chiaro che uno invece di comprarsi una casa e poi dover pagare 500-600 euro al mese di tasse, a quel punto paga solo un affitto”.
A quel punto?
Il mercato immobiliare crollerebbe e a quel punto arriverebbero le multinazionali a comprarsi interi quartieri“. In sostanza l'”anomalia” italiana dei possessori all’80% di prime case, crollerebbe. Uno scenario che Rizzo ha delineato in quest’intervento a ‘Lavori in Corso’.