Emergenza negli ospedali del Veneto. L’allontanamento dal posto di lavoro di medici ed infermieri non vaccinati potrebbe provocare conseguenze nefaste per l’intero sistema regionale.

A lanciare un grido di allarme è direttamente Giampiero Avruscio, Presidente Sezione Padovana ANPO (sindacato dei primari ospedalieri). Il Dottore è intervenuto in diretta ai nostri microfoni durante la trasmissione Lavori in corso con Luigia Luciani e Stefano Molinari. Il messaggio è chiaro: servono rinforzi in corsia. Il periodo è complicato, anzi complicatissimo.

Avruscio non può certamente essere accusato di essere un no-vax, ma non dimentica la rilevanza di svariati professionisti estremamente qualificati che rischiano di rimanere ai margini. Tutto ciò andrebbe dunque a penalizzare colleghi e pazienti bisognosi di cure specifiche. L’occasione è stata utile anche per fare un punto della situazione esaustivo sui numeri recenti del territorio veneto. Da un lato i contagi aumentano ma, al tempo stesso, l’incidenza dei ricoveri in ospedale ancora è decisamente gestibile.

Se siamo “in guerra” servono soldati

Da due anni stiamo vivendo da ospedalieri questa tragedia. Confesso che c’è un certo affaticamento di tutto il personale. Come ospedalieri noi eravamo in carenza di organico, sia medico che infermieristico già prima del Covid che ha acuito questa carenza. In effetti rispetto all’anno scorso la situazione è nettamente diversa. In Veneto, di questi tempi, c’erano 320-330 ricoverati in terapia intensiva mentre ora sono 120-130. Il problema fondamentale è che adesso certe cose, anche se in maniera più lenta, si stanno ripresentando.

Noi siamo in emergenza e, ad esempio, sono state sospese anche le nostre ferie. In una carenza di organico simile l’allontanamento del personale sanitario non vaccinato grava sempre sulle spalle di chi è vaccinato e continua a lavorare. Quindi si aumenta anche il rischio clinico. Uno che ha un’esperienza di 15 anni di sala operatoria non è sostituibile con uno specializzando al secondo anno. Perché in medicina uno non vale uno. Quando non c’era il vaccino, noi ci siamo comunque difesi egregiamente. All’epoca i contagi intro-ospedalieri, tramite la sorveglianza con i tamponi, erano ai minimi termini ed il contagio veniva soprattutto dall’esterno. In questo periodo di guerra noi abbiamo bisogno di soldati“.

La proposta

Se escludiamo ancora queste persone dal lavoro in corsia tutto ricade su chi rimane. Personalmente propongo di rimodulare un po’ questa situazione. Se parcheggio in divieto di sosta non è che mi viene ritirata la patente. Magari una soluzione potrebbe essere quella di eseguire tamponi ravvicinati. Abbiamo vissuto l’esperienza di quando nessuno era vaccinato. Pensate che in ospedale, anche nel periodo più brutto del lockdown, il bar ed il ristorante erano sempre aperti. Però grazie alla sorveglianza attuata siamo riusciti a superare i periodi più critici. La politica dovrebbe ripensare e trovare un’altra soluzione al problema“.

Crede che il suo appello venga ascoltato?

Ormai è diventato una ideologia questo discorso. Secondo me le ideologie sono quel velo che cala sugli occhi e alla fine non si trova un punto di incontro. Le ideologie sono la rovina del mondo. Io sono un tipo pragmatico e mi esprimo con praticità. Con l’allontanamento non si fa un favore a chi rimane operativo. Non sempre è possibile sobbarcarsi il lavoro altrui. Tutto ciò andrebbe a ricadere sull’intera cittadinanza. A noi, in questo periodo di pandemia, non ci preoccupa la mortalità la Covid ma ci preoccupa il fatto che contemporaneamente le persone hanno bisogno di terapie intensive e non c’è più posto per gli altri. Poi a morire sono le altre patologie che non si fermano“.

I medici devono curare tutti a prescindere

Come medici noi abbiamo un giuramento. Questo ci impone di curare chiunque, a prescindere dal colore della pelle e dall’ideologia, senza guardare in faccia nessuno. Non credo che i no vax non meritino le stesse cure degli altri. Se dobbiamo andare a cercare gli untori, allora tante cose andrebbero analizzate. Partendo ad esempio dalle false interpretazione dell’OMS sulle mascherine, o il piano pandemico che mancava e non solo. I no vax sono una parte di questo sistema, ma se uno mi arriva in pronto soccorso o in reparto io devo curarlo senza se e senza ma. La salute è la cosa più importante in assoluto“.